Apr 062011
 

Il processo di aggregazione delle mille istanze di base, condannate da sempre all’esclusione dal potere legislativo, è attraversato da mille fibrillazioni. L’ultima ha visto in forse anche l’appuntamento del 9-10 aprile, naturale prosecuzione di un cammino cominciato mesi fa e di cui l’ultima tappa è stata a roma il 27 marzo.

Tutti i coinvolti in questo processo sentono che c’è bisogno di un nuovo percorso, ma molti non riescono ancora ad abbandonare le vecchie concezioni che riconducono in qualche modo sempre alla forma partito. La discussione se orizzontale-circolare o verticale-piramidale è fondamentale. Ma il rischio è che si perda di vista l’obbiettivo reale.  La ricerca della specificità nella costruzione di un nuovo soggetto poltico (?) rischia piuttosto di condurre alla nascita di ennesimi piccoli partiti, facendo fare un passo indietro pericoloso. Qualcuno, dopo aver detto giustamente no al centralismo e liderismo, poi giustamente no alle alleanze coi resti della casta, adesso dice che non bisogna andare nemmeno a Bologna per dire no al verticismo e al personalismo . Ma poi produce senza nessun feedback già produce proposte che conducono appunto alla costruzione di un altro soggetto dalla identità forte, dove soprattutto ancora una volta, anche se in piccolo, si rischia di riprodurre gli stessi elementi deleteri del personalismo e dell’esclusione.

Io non lo so, cosa sia avvenuto in questi ultimi 10 giorni. E questo è un altro dei problemi. Ancora la mancanza di trasparenza e di metodo che porta a evolvere le situazioni sulla base delle scelte e delle paturnie di pochi, forse ancora attardati a fare giochetti. In questi mesi io avevo visto altre facce e sentito altre idee. Se è vero che bisogna dividersi allora ciò va fatto con lucidità e mettendo bene in chiaro le ragioni politiche e non sull base di equivoci creati ad arte per acquisire supposte rendite di posizione.

Quindi vado a Bologna. Perchè comunque è vero che c’è bisogno di chiarire fino in fondo.

Vorrei far arrivare il messaggio che al di là della costruzione di un nuovo soggetto politico, anche ammesso di costruirlo, rimane sempre aperta la questione della costruzione di una lista per le elezioni politiche capace di dare voce e sovranità a tutte le istanze inascoltate del movimento: Questa necessità va oltre ogni singolo nuovo soggetto politico che si riesca a coagulare. Nessuna partecipazione elettorale con un minimo di speranza di successo può essere portata aventi isoltamente da nessun nuovo “soggetto politico” che si proponga di dare potere di scelta ai cittadini. Non oggi. Eppure le elezioni possono essere domani. E ben che vada un anno per noi sarebbe appena sufficiente, per crescere tanto, tutti insieme, da conquistare qualche seggio.
Quindi è fondamentale per me discutere di questo.
Ripeto: anche facessimo oggi il nuovo soggetto politico anche senza una ulteriore frammentazione avremmo il problema delle elezioni e di una lista elettorale comune.

Ma è importante anche fare chiarezza che questa lista elettorale, se vuole avere senso e marcare una reale diversità dal già tristemente noto, deve cambiare radicalmente il rapporto tra eletti ed elettori.
Da sempre il problema dei movimenti , ma anche dei singoli cittadini, è la perdita di controllo sulla rappresentanza politica.
Il modello della lista partecipata, con l’impegno del candidato a votare secondo la volontà di chi lo ha sostenuto ed eletto, è il vero cambiamento. E necessario.
Le regole proposte dal modello poi, aiuterebbero a risolvere problemi come il simbolo, il nome, il programma…
Perchè molto semplicemente si partecipa come cittadini, e le decisioni vengono prese a maggioranza da questi cittadini.
questa è semplicemente la proposta di applicare la … democrazia per decidere delle questioni di cui sopra.
oltre che dei candidati dei capilista ecc.
Quindi chi ha più filo tesserà. Semplicemente.
potrei tradurlo in: Chi ha paura della democrazia?
Se si accettano le regole democratiche proposte sul rapporto tra eletti ed elettori e sulla gestione interna, io sono pronto ad accettare qualsiasi simbolo, qualsiasi nome e qualsiasi programma (che tra l’altro ci vede già fortemente omogenei…. ma non del tutto).
Questa proposta, che non insiste sulla formazione del nuovo soggetto politico, ma sposta l’attenzione e le energie sulla creazione di una lista partecipata nezionale, potrebbe mettere insieme anche altri gruppi che magari hanno sensibilità e un modo di pensare l’organizazzione interna diversa dal nostro, Nonchè le miriadi di gruppi ch magari di fronte alla proposta di fondare un nuovo soggetto poltico si tirano indietro, sia che la faccia uniti e diversi, sia che la facciamo noi, o altri ancora. Non so se lo saranno mai, certamente OGGI  i itempi non sono ancora maturi per questo,
Tra l’altro non è detto nemmeno che il nuovo soggetto politico debba avere la forma di uno strumento identitario unico, Forse la soluzione sta in qualcosa che piuttosto salvaguardi la biodiversità politica:
E tuttavia il problema concreto delle elezioni (unico vero momento in cui si può incidere sull’assetto del potere nelle istituizioni, rimane:
Dobbiamo concentrarci su questo.
L’alternativa, secondo me è, ancora una volta l’inevitabile ordine sparso e la diluizione di tutte le tematiche ecologiste, civiche, riformatrici ecc dentro i sempiterni schieramenti, o la impotenza dell’astensione.

 Posted by at 04:48
Mar 262011
 

Traendo spunto da questa discussione su Facebook e da questa su YouTube a proposito di HAARP, ho fatto queste riflessioni:

Estratto da wikipedia alla voce HAARP in italiano:

HAARP è l’abbreviazione di High Frequency Active Auroral Research Program, un’installazione civile e militare in Alaska (Stati Uniti) per la ricerca scientifica sugli strati alti dell’atmosfera e della ionosfera. Un altro scopo è la ricerca sulle comunicazioni radio per uso militare.

Dalle FAQ del sito ufficiale di HAARP:

Can HAARP be used for military purposes?

HAARP is not designed to be an operational system for military purposes. The HAARP specifications were developed by a consortium of universities to meet the requirements for a world-class research facility and an expanded group of universities are playing a major role in the design of future research efforts.

(traduzione non perfetta, ma credo rispondente)

HAARP non è progettata per essere un sistema che funziona per scopi militari. Le Specifiche di HAARP sono state sviluppate da un consorzio di università (1) per rispondere alla richiesta di strumenti su scala mondiale e un ampio gruppo di università sta svolgendo il ruolo principale nella progettazione di futuri impegni di ricerca.

Ma allora, mi chiedo, da dove l’attuale voce di Wikipedia prende l’idea che HAARP sia una installazione civile e militare?

La stessa voce poi è spudoratalmente “parziale”. Ed è un esempio mirabile di manipolazione del linguaggio, di superficialità e ilusionismo pseudo-scientifico.

Parla delle teorie del complotto, come se tutte le ipotesi su HAARP possano essere accreditate ai soli complottisti. Tra l’altro le classifica come “smentite da tutte le comunità scientifiche”.  E beato lui che le conosce proprio tutte.

Poi naturalmente elimina i dubbi relativi agli scopi di HAARP citando esclusivamente quelli legati alle scie chimiche le quali teorie tutte (ancora una volta, tutte, superficialmente) accreditandole alle teorie cospirazioniste supportate tutte (manco a dirlo) dai seguaci (notare la parola seguaci che sematicamente viene configurata come di individui acriticamente sostenitori)  di, pensate un pò, David Icke.

Mi viene da dire, parafrasando una nota pubblicità: “Ti piace vincere facile?”

Così restano escluse da questa descrizione (che semplicemente stimola gli atti escretori) tutti coloro che non sono “seguaci” di David Icke, ma semplicemente pensano e si fanno domande. Non sto nemmeno a citare le dichiarazioni di militari, scienziati e ricercatori e politici, che vanno in senso opposto. Discutibili, opinabili, quanto volete, ma non certo seguaci di David Icke tutti. Tutti questi non accodati alla interpetazione , dell’ultimo ‘estensore (anzi spalmatore non vi dico di che sostanza)  della voce Wikipedia, sono semplicemente “cospirazionisti, seguaci di David Icke”. E naturalmente ignoranti.

Ecco infatti che, subito dopo. l’autore si spertica in spiegazioni tecino-scientifiche per dimostrare che la potenza in gioco è relativamente bassa (dimenticando però i fenomeni di risonanza, che come dovrebbe sapere, sono in grado di amplificare gli effetti di una piccola potenza fino a renderli devastanti). Poi una perla di quelle mitiche:

Scrive il genio della lampada di Wikipedia:

<Quindi, anche se fosse possibile influenzare il clima o la geologia con le onde elettromagnetiche (e finora non è stato trovato né ipotizzato alcun meccanismo che permetta di farlo), la potenza generabile da HAARP non sarebbe comunque sufficiente>

Ahahahahhaha…. capite? Anche se fosse possibile, e finora non si è trovato nè ipotizzato alcun sistema, la potenza non sarebbe sufficiente. Ma come? Non sai se è possibile, ma sai che se fosse possibile, la potenza non è sufficiente? Ahaha ahahahaha. Un genio.

Per finire: a conferma della sua incontrovertibile e unica verità vera, tra le migliaia di ricercatori chi ti cita l’autore?  Nientepopodimeno, unicamente e solamente, che, udite udite,  l’ASTROFISICO Gianni Comoretto. Che dichiara che  le tempeste geomagnetiche innescate dal vento solare non hanno alcun effetto sui terremoti. E dove questo luminare unico citato (evidentemente per lui il massimo esperto in materia) pubblica le sue fondamentali conclusioni scientifiche? Ma sul sito del CICAP!  E come si sa il sito del CICAP è punto di riferimento unico della comunità internazionale di ricercatori….. ahah ahahahha.

Ora io non lo so se questo effetto ce l’hanno o non ce l’hanno, e Comoretto sarà magari anche una brava persona, e quello che dice lo dirà secondo sua scienza e coscienza, ma insomma, mi permetterete di non prenderla come defintiva e conclusiva come invece la presenta lo spalmatore della voce HAARP su wikipedia?

Wikipedia, non sarà propriamente manovrata, ma va presa con le molle. Specie sugli argomenti di attualità

Saluti

(1) Mi piacerebbe sapere quali, ma sul sito non sono riuscito a trovare i riferimenti.

 

AGGIORNAMENTO: (02/03/2013)
Quando ho scritto questo articolo, dove mi chiedevo quali fossero le finalità di HAARP e la supposta obiettività di Wikipedia, non potevo immaginare che due anni dopo un sito della US NAVY avrebbe chiarito molti dubbi (non tutti ovviamente)! Sono gli stessi militari americani, che finalmente dichiarano pubblicamente che le finalità di HAARP sono militari. Con buona pace del CICAP e altri depistatori professionisti o semplicemente stupidi.
http://www.nrl.navy.mil/media/news-releases/2013/nrl-scientists-produce-densest-artificial-ionospheric-plasma-clouds-using-haarp

Vedremo quando dichiareranno quali altri effetti sono in grado di generare oltre a creare gigantesche nubi al plasma stabili e perchè lo fanno?

 Posted by at 18:44
Feb 182011
 

… sparsi per il territorio d’Italia, che cercate di uscire dal pantano della “casta”, che cercate la fenice di un nuovo soggetto politico, vi chiedete in che cosa sareste poi veramente diversi dall’esistente?

Se è vero, come è vero che i partiti si fanno beffe del bene comune, e si fanno beffe della sovranità del popolo, voi in questo dovreste essere diversi. Allora piuttosto che riproporvi come nuovi rappresentanti dei cittadini lasciate nelle mani del cittadino ciò che, in democrazia gli appartiene: il potere di decidere lui e non voi. Siete disposti a candidarvi per rappresentare questa esigenza? Allora non dovreste avere alcuna difficoltà a firmare questa che segue.

PROPOSTA E ACCETTAZIONE DELLE CONDIZIONI DI CANDIDATURA

Condizioni che i candidati dichiarano di accettare unitamente alla presentazione della propria candidatura per la LISTA PARTECIPATA (di seguito indicata con “Lista”).

Condizioni generali:

Le regole e le condizioni seguenti possono essere mutate dalla volontà della maggioranza semplice dei sostenitori della Lista (gli iscritti alla Lista secondo lo statuto della associazione che la sostiene e alla quale io stesso sono iscritto).

Nel caso non volessi aderire alle nuove norme che potessero essere decise, mi dimetterò dalla carica elettiva da me occupata. Lo stesso se dovessi dimettermi dalla associazione.

Nel caso in cui la maggioranza dei sostenitori lo decidesse io  rimetterò immediatamente la mia carica elettorale. A sostegno di questa condizione firmo contestualmente due lettere di dimissioni dall’incarico con la data in bianco che verranno consegnate ad un delegato della Lista che la depositerà presso un notaio deciso dai sostenitori.

Condizioni economiche:

o stipendio che, se eletto, richiedo di percepire è:
…………………………………………………………………………………………………………….
(ogni candidato dichiara la retribuzione per la quale è disponibile a svolgere il ruolo di rappresentante eletto.)

Ogni altro introito che riceverò in ragione della mia carica elettorale sarà devoluto al fondo economico di Lista.

Il fondo economico di Lista è gestito dai sostenitori della lista elettorale, i quali, in caso di elezione, mi comunicheranno il numero del C/C su cui far versare ogni introito. Io comunicherò il mio numero di C/C su cui i sostenitori mi verseranno lo stipendio da me richiesto.

Condizioni politiche:

Se eletto, mi considererò rappresentante dell’insieme dei cittadini che sostengono la Lista tramite la quale sono stato eletto, e come tale agirò comunque in tutte le occasioni in modo da rappresentare al meglio i sostenitori della Lista tramite la quale sono stato eletto.

In ogni singola occasione derivante dal mio incarico, sempre esprimerò il mio voto, o mi asterrò,  in conformità alla volontà dei sostenitori votanti. Il primo atto che compirò sarà quello di dichiarare al consiglio la natura del mio mandato presentando l’intervento che i cittadini sostenitori della Lista mi consegneranno.

Nel caso le attività che mi venissero richieste dai cittadini sostenitori della Lista, fossero in tale contrasto con le mie convinzioni e principi da impedirmi di assolverle, allora mi dimetterò dalla carica elettiva da me occupata.

Espressione del voto

Il mio voto (favorevole, contrario o astenuto) in Parlamento verrà espresso secondo quanto segue:
Ogni sostenitore esprimerà la volontà che il mio voto sia a favore, o contrario, o astenuto.

Nel caso fossi il solo eletto nella lista voterò secondo come la maggioranza dei sostenitori si è espressa per il voto a favore, a sfavore o per l’astensione

Nel caso di più di un eletto io e gli altri eletti  esprimeremo il nostro voto secondo il metodo strettamente proporzionale alle volontà espresse dai sostenitori votanti col metodo dei resti. Esempio: fatti 100 i votanti, con 74 voti a favore e 26 contrari –> con 1 eletto, il quorum è 100. Nè quella a favore nè quella contraria raggiungono il quorum e la decisione viene determinata dai “resti” cioè 74 contro 26 e quindi l’unico eletto voterà a favore;–> con due eletti il “quorum per eletto è 50 voti, quindi con 74 voti a favore si avrebbe un quorum pieno(50 voti) a favore e 24 voti di resto, laonde per cui per il secondo eletto ci sarebbe una maggioranza opposta essendo (0 quorum) il resto di 26 per la decisione contraria; con tre eletti il quorum e di 33,33 e la decisione a favore avrebbe 2 quorum (66,66) col resto di 7,33 e qundi il terzo eletto voterebbe contrario…. e così via…. -Giuseppe 09/09/07 23.21
Ogni sostenitore, per le occasioni in cui non partecipa direttamente, può decidere di delegare il proprio voto ad un delegato scelto tra tutti i sostenitori. In questo caso il sostenitore verrà conteggiato come sostenitore votante e il suo voto verrà espresso dal suo delegato.

Condizioni tecniche

Le operazioni di diffusione ai sostenitori delle informazioni relative alle decisioni cui parteciperò per effetto del mio ruolo saranno effettuate a cura dei sostenitori delle Liste Partecipate organizzati secondo principi democratici direttamente stabiliti dai firmatari.
Accettazione e liberatoria.
Io sottoscritto
(cognome) ………………………………………………………………………………………….
(nome)…………………………………………………………………………………………………
nato a ………………………………………………………………. il ………    ……….    ………………….
residente in ………………………………………………………………………………..CAP…………………
(via, piazza…)……………………………………………………………………………..N. ………………….
di professione……………………………………………………………………………………………………..

mi impegno a rispettare le soprascritte condizioni generali, economiche, politiche e tecniche.

Sono consapevole che questo impegno non è legalmente impugnabile, ma costituisce comunque solenne impegno personale e politico verso i sostenitori, rotto il quale sarò degno di disistima e potrò da loro essere pubblicamente chiamato “bugiardo” e “traditore”.

Firmato: ……………………………………………………………………….. Data………………………………………..

Nome Cognome e Firma del Ricevente……………………………………………………………………………………..

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Feb 132011
 

Ho recentemente recuperato i materiali del vecchio sito della Associazione Democrazia Diretta. Fondata nel 1995 con un gruppetto di amici “temerari”. Misi su un sito su GeoCities. Allora era un contenitore di siti che offriva spazio gratuito e prometteva “for life”.

GeoCities raggiunse uno sviluppo incredibile, per l’epoca. quasi ogni navigatore aeva un suo sito lì. Oggi si può dire lo stesso dei blog individuali o degli spazi sui social network.

Dopo qualche tempo vendette a yahoo, e il “for life” cominciava a traballare. Ma ancora era accessibile e tutto funzionava. I tempi correvano e internet cresceva e cambiava anch’essa. Yahoo ha fatto una cosa bella mantenendo per molto tempo l’impegno preso dai fondatori di GeoCities. Ma un giorno la CEO di yahoo decise che delle diverse centinaia di migliaia di siti che ospitava con i suoi milioni di pagine html se ne poteva fare a meno. Impegnavano risorse e non fruttavano nulla o poco anche in termini di pubblicità. Infatti quei siti erano alla fine conservati più che altro per memoria e molti non avevano nenche più gli account, altri erano andati lasciando le cose li. E non era più molto visitato. Il web 2 incalzava e quella roba scritta tutta in html, non poteva certo competere con le tecnologie software, i flash, javascript, videostream e quant’altro.

Ma la memoria è importante. Anche quella in formato digitale. Quei milioni di pagine di cose scritte rappresentavano e rappresentano una tappa importante dello sviluppo di internet, della socializzazione umana sulla rete. Era una tappa dello sviluppo della nostra cultura.  Mai credevo che Yahoo avrebbe staccato la spina. Così un giorno collegandomi, non trovo più il sito! Tutto sparito, cancellato.

Lo sconforto mi assalì anche perchè mi resi conto che non avevo il backup di tutto il sito ma solo di alcune parti.

Qualche giorno fa, per caso cercando le faq, anzi le foq (frequently obiection and questions) sulla dd che scrissi e pubblicai sul quel sito, trovo questo:

ADD-Foqs

Obiezioni e domande frequenti sulla democrazia diretta. ….. (Vedi la foq sul tempo necessario per giudicare l’azione di governo, e anche la prossima foq
reocities.com/CapitolHill/Senate/3412/foq_ita.htmCopia cache

…reocities…?!

vado e scopro che un certo Jacques Mattheij (olandese) si è preso individualmente la briga proprio negli ultimi giorni utili, passando sei notti insonni, di scaricare l’intera “città”, l’intero archivio. Qui trovate descritta la storia. Pur essendo altri tempi e altre velocità e potenze di pc, la dimensione dell’archivio non era piccola. Ebbene lui l’ha fatto e sta adesso lavorando alla ricostruzione, al restauro di Geocities. La complessità dell’archivio non era modesta e i problemi sono parecchi, ma procede spedito.

Dice infatti Jacques che per lui GeoCities è un monumento ai primi anni.

A chi gli chiede perchè lo ha fatto e lo fa lui risponde;

“In the millions of pages that we’ve archived, there are plenty of treasures. To make the point I’ll link to one page of a person that died way too young and whose lasting contribution to the internet and all our future lives would have been lost without saving it somehow. *That* is why we did this.

[Traduz]: I milioni di pagine che abbiamo archiviato, sono piene di tesori. Per capirlo vi linkerò una pagina di una persona che è morta troppo giovane e il cui contributo a internet e alle nostre vite future sarebbe andato perduto senza salvarle in qualche modo. Per questo l’ho fatto.

segue questo link: Davelicious’ David Feinman, with thanks to Sylvia

Continua Jacques: “Not all of the pages here, or the story behind them are as moving as this one, but all of them together represent a wealth whose value will only become more apparent over time, and which we hope will remain with us forever in some way.

[Traduz]: Non tutte le pagine, o le storie dietro di loro sono simili a questa, ma tutte insieme rappresentano un bene il cui valore diverrà più evidente con il tempo, e che speriamo rimarrà con noi per sempre in qualche modo.

Non posso che essere d’accordo ed essergli grato.

Grazie Jacques.


Feb 062011
 

Ora molti vedono l’origine dei mali della nostra democrazia nei partiti.

Se dovessi esprimermi superficialmente, d’impulso, direi che è vero: i partiti si portano grandissime responsabilità della degenerazione del sistema.

Cosa li rende così deleteri? A mio parere perché sono diventati quasi esclusivamente macchine per indurre e raccogliere il consenso elettorale, strumenti per concentrare il potere nelle mani di pochi.

Ma sono sempre stati così? E se lo sono diventati, perché è stato possibile questa involuzione, qualcosa lo ha forse favorito, indotto? Era evitabile questa degenerazione? E siamo sicuri che eliminati i partiti eliminiamo anche il problema? Dico subito che non lo credo.

Andiamo con ordine. Ma che cos’è un partito?

L’art.49 della Costituzione Italiana recita:
<<Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.>>

Questa è una delle due, uniche,  occasioni in tutta la Costituzione, in cui viene citata la parola “partito”. L’altra è all’interno dell’art. 98, per stabilire che si possono porre dei divieti di iscrizione ai partiti per magistrati e funzionari delle forze dell’ordine.

L’art. 49 sancisce una possibilità, un diritto, non un obbligo. Non stabilisce che questo sia l’unico modo attraverso cui si può concorrere, con metodo democratico, a determinare la politica nazionale. Questo sarebbe forse un punto a favore della eliminazione dei partiti. Se ne può fare a meno, costituzionalmente parlando.
Io però tendo a intepretarlo così:
1) Tutti i cittadini possono associarsi liberamente (quindi non è necessaria nè è definita alcuna speciale forma giuridica, i partiti sono libere associazioni, con uno status giuridico pari a quello del club bocciofilo, o degli amici dello scoiattolo rosso)
2) Se il fine di questa associazione è “concorrere a determinare la vita politica nazionale” essa si definisce “partito”.
3) Il metodo che qualsiasi partito deve seguire deve essere democratico.

Per altro non mi risulta neppure che nella Costituzione sia esplicitato in che consista questo metodo democratico. E se penso che sono stati scritti forse migliaia di libri per definire e descrivere cosa sia la democrazia…temo un pò questa mancanza. Se è pur vero che non esiste una definizione univoca accettata, è pernicioso che la Costituzione non si assuma il carico di darne comunque una definizione di riferimento. Gli spazi che lascia alla interpretazione di questo concetto mi preoccupano. Se poi cerco di dedurre il concetto dall’insieme degli articoli della Costittuzione stessa, allora capisco che questa definizione forse non è stata data, proprio perchè la Costituzione Italiana è frutto di mediazioni e circostanze storicamente determinate che ne hanno originato la forma definitiva cercando di contentare capre e cavoli, di fatto lasciando spazi ad ambiguità,  incompletezze, e alcune contraddizioni. Ma di questo scriverò altrove. Comunque quella abbiamo e con tutti i suoi limiti a qualcosa serve, o dovrebbe servire. E soprattutto andrebbe rispettata.

A mio modo di vedere allora, se una associazione di cittadini dichiara di voler concorrere a determinare la politica nazionale, dal punto di vista costituzionale, quella è un partito. A prescindere se denomina sé stessa come partito o movimento o rete o lista civica o altro.
Mi chiedo se debbano essere definiti partiti anche quelli che non dichiarano di voler concorrere alla vita politica, ma poi lo fanno.
Resta il fatto che per la Costituzione Italiana è un diritto associarsi per determinare la politica nazionale.

Come si verifica se i partiti seguono un metodo democratico o no? In realtà anche la natura giuridica labile dei partiti consente l’esistenza di partiti che non applicano affatto un metodo democratico. I partiti persona, i partiti azienda.

E’ la mancanza di questo secondo elemento il primo problema, non l’essere “partito” (cioè cittadini associati che condividono un progetto politico),
La mancanza del metodo democratico è il problema.
I partiti attuali, quelli che sono stati al governo, e la gran parte di quelli che pur non essendoci stati ci vorrebero stare soffrono di carenza di democrazia. Di ademocraziosi: mancanza di vitamina D, anzi DD.
Sono macchine per la conquista e la gestione piramidale del potere.
Costruite, quando va bene, sul principio della delega fino a congresso contrario.
Che assorbono e distribuiscono risorse per mantenere vantaggi per una parte (selezionata) del popolo secondo un criterio piramidale di appartenenza alla associazione: chi sta più in alto ha più vantaggi.
In questi partiti l’organizzazione del metodo decisionale, di gestione delle risorse, delle modalità della partecipazione sono sotto il controllo di pochi e quindi sono strumenti non democratici.

Questi partiti che non concorrono con metodo democratico semplicemente non dovrebbero esistere. Sono simoniaci nel tempio. La costituzione li escluderebbe. Non sono partiti ammessi. Sono fuorilegge. Anticostituzionali.

Che sia chiaro: Non è affatto  inevitabile che una associazione di cittadini che voglia concorrere alla politica nazionale debba farlo accentrando potere e per accentrarne sempre di più. Anzi direi piuttosto che questo dovrebbe, potrebbe, essere impedito , direi proprio vietato. Certamente questo è male. Perchè l’organizzazione piramidale, dove il potere viene delegato senza revocabilità al livello superiore, li mette a rischio (al di là delle intenzioni e dei fini pure anche nobili), di diventare strumenti di potere personale o di casta.  Gli appelli all’uso di forti strutture verticali ( leggasi centralismo democratico) di Giulietto Chiesa, che sembrano avere largo ascolto in Uniti e Diversi, mi fanno perciò rabbirividire. Ma la storia non insegna mai niente?

Il sistema rappresentativo (o meglio: a delega obbligatoria non revocabile prima di cinque anni) svuota la democrazia perché riduce la partecipazione al governo al solo momento delle elezioni. E al solo scopo di cedere la propria sovranità a qualcuno. Delegando per 4 o 5 anni tutto il potere di governare ai soli eletti. Questa situazione è perfetta per chi vuole accumulare potere per sè e usarlo ai propri fini e non per il bene comune. La situazione in Italia poi è stata ulteriormente peggiorata dalla ultima legge elettorale (il cosidetto “porcellum”) che eliminando le preferenze ha tolto ai cittadini anche la possibilità di scegliersi almeno il rappresentante e si può solo scegliere tra un gruppo di potere e un altro. La ormai consueta rimozione anche dell’obbligo di raccogliere un certo numero di firme trai cittadini elettori per presentare le liste elettorali, da parte dei partiti che hanno già rappresntanti nelle istituzioni ha poi garantito il totale e personale controllo dei padroni dei partiti su chi dovrà essere eletto.

Perciò non è che io non voglio i partiti. Non voglio quella immondizia, spacciata per democrazia. Dovunque si sedimenti.

Perchè questo meccanismo di accentramento del potere non sta solo nei partiti della casta, degenerati dalla democrazia finta rappresentativa.
Meccanismi di accentramento possono verificarsi anche (e in alcuni casi di più) in altri tipi di organizzazione. Non solo in quelle che comunemente chiamiamo partiti. Anche in quelle che dicono di non esserlo. Anche in quelle che addirittura dimostrano di non esserlo non avendo uno statuto. O che hanno un non-statuto (ad esempio Grillo e Mov 5 Stelle). Anche queste che dichiarano di non avere struttura definita partito sono a “rischio” di carenza di democrazia. Che democrazia si può costruire a partire dalla presenza di potere enormente accentrato nelle mani di uno solo? E non solo per il carisma, ma anche per proprità dei beni che dovrebbero essere comuni. Come si fa a fare democrazia quando, a scanso di equivoci e rischi, uno solo è il proprietario del nome e del simbolo del movimento e quindi ha tutto il potere solo lui di decidere se e quando usarlo? Grillo, è la versione berlusconiana dell’antipartitismo. Lo stesso vale per Di Pietro (se serve sprecare due parole per citarlo).

L’assenza di struttura definita, di regole esplicite non ganrantisce affatto i diritti dei più deboli, degli umili, di quelli istintivamente rispettosi del diritto altrui. Essi vengono più facilmente trascurati. Il potere allora può venire concentrato dagli individui più carismatici e/o più appariscenti per qualche verso e/o spregiudicati, magari fino alla criminalità.

La democrazia è metodo, regole. Regole esplicite, che proteggono, permettono e garantiscono l’esercizio della sovranità ai membri del popolo.

Se si continua a indicare il male nei partiti si sta solo indicando un effetto e non la causa. La causa è l’accentramento del potere nelle mani di pochi. Se non si mette in evidenza questo, con la semplice richiesta di non avere niente a che fare con i partiti della casta (o anche solo vecchi, o sempicmente già esistenti) o addirittura di eliminare i partiti,  ammesso anche di riuscirci, si rischia di cambiare tutto perché nulla cambi

In defintiva, alla luce di quanto sopra, io credo che i Democratici Diretti siano uno dei pochi,  forse l’unico, partito vero. Perché il loro metodo è genuinamente democratico. E il loro scopo è mantenere il controllo del governo nelle mani dei cittadini, non del partito. Neanche se quel “partito” è il nostro. Noi esistiamo col fine di riportare nelle mani del cittadino il potere, che in democrazia, è suo. E lo fanno coerentemente anche al proprio interno. Mantenendo il controllo della loro organizzazione nelle mani degli iscritti, non dei segretari o presidenti o leader riconosciuti. Pur avendo ruoli, incarichi e deleghe essi sono mantenuti sotto il controllo degli iscritti attraverso meccanismi obbligatori di trasparenza e di revocabilità in ogni momento. E questo è stabilito da statuto e regolamenti trasparenti e quanto più possibile chiari. Nonchè da pratiche rispettose degli stessi.

Perciò, per quanto mi riguarda, (e credo anche per quanto riguarda tutti i membri dei DD) il punto non è nemmeno no alle alleanze con i partiti della casta (anche se questo è un inevitabile corollario del teorema) ma no ad alcuna forma di organizzazione che espropri i suoi membri del potere di governo della stessa. E no a qualsiasi presentazione alle elezioni  che sia finalizzato a gestire il consenso sottraendolo ai legittimi proprietari. Noi siamo disposti a lottare solo al fine di dare ai cittadini la possibilità di mantenere il loro potere democratico oltre il momento del singolo voto. I modello è quello (ormai noto a chi mi legge) della Lista Partecipata. Ed è per questo che noi appoggiamo e contribuiamo all’esistenza della RETE DEI CITTADINI che ha fatto proprio quel modello. Non appoggeremo soggetti politici connotati diversamente. Ne fuori nè dentro ne di fianco ai partiti o movimenti più o meno autodefinitisi anticasta.