Lug 292007
 

Eccomi qua!
Anch’io alla fine ho ceduto.
Ho il mio blog.

Chissà perchè ho sempre avuto una sorta di ritrosia a farmene uno.
E dire che l’informatica mi piace. Smanetto da sempre. Ho messo su siti e blog per altri. Ma mai per me, personalmente. Pudore? Timore di rimanere invischiato nella blogmania? Perfezionismo che mi lasciava insoddisfatto di qualsiasi ipotesi per un mio blog? Forse tutte e tre le cose, e forse altro ancora. Certo arrivo tra gli ultimi. E alla fine tra mille proposte di “template” ne ho preso due o tre più o meno a caso: semplici, senza fronzoli e senza modifiche particolari.
I blog sono diventati un fenomeno di massa. Se non hai un blog non sei nessuno. Se il tuo blog non è frequentato, sei out.
Chissene.

Mi ricorda un pò la situazione del cellulari. A un certo punto ce l’avevano tutti. Io no. Eppure amo la tecnologia. Però sono stato tra gli ultimi a comprarmelo. Persino dopo mia moglie. All’inizio dell’epoca dei telefonini odiavo l’ostentazione da status symbol. Poi odiavo l’omologazione. Mi piaceva la faccia che facevano quelli che conoscendo la mia mania per la tecnologia si stupivano e dicevano: come? TU non hai il telefonino?… no, rispondevo sornione… Ma era una altra forma di vanità. E alla fine il telefonino poteva essere utile, ma…Avevo paura. Paura di non poterne poi più fare a meno. E infatti…
Oggi se esco da casa dimenticando il telefonino, ritorno a prendermelo. Come dimenticassi il portafogli.

Qualcosa di simile mi è successa con il blog.
Maneggio computer e smanetto e “gioco” con la telematica fin dalla loro nascita (e parlo dei tempi in cui l’informatica la si faceva su schede perforate e la “rete” era da nascere e si smanettava con lgi accoppiatori acustici a 1200 baud). Ho fatto e gestito siti per associazioni e singoli. Blog compresi. Eppure non ho mai avuto un mio blog.
Anche qui lo stesso trend: prima blog come status symbol, poi come indispensabile biglietto da visita, con l’aggiunta della gara a chi è più visto.

Un blog, per me è solo (o dovrebbe essere e spero che per me sarà così) un posto dove esprimere le mie idee e opinioni. Io ho semnpre fatto questo in altre “sedi”. Essenzialmente forum e mailing list. O, da un pò, i blog degli altri.

Però ora sento il bisogno di avere un posto dove mettere ordine tra tutto quello che ho scritto e ritrovarlo, nonchè averlo in rete in modo da renderlo facilmente accessibile tutte le volte che mi serve.

E poi occupandomi di politica, di democrazia diretta, sento il bisogno di avere un luogo senza censure né etero né auto indotte.

Sì perchè internet sarà forse “anarchica” (definizione che comunque io non userei così facilemente) ma di sicuro non è democratica. In realtà internet è feudale.

Anche là dove si pontifica di, e si magnifica la, democrazia, i luoghi dove questa può realmente essere praticata su internet si contano credo sulle dita di una mano.

Così, inevitabilmente, anch’io ho bisogno del mio feudo personale.

 Posted by at 12:04
Mag 062006
 

Non vorrei smorzare gli entusiasmi, anzi. Ma vorrei capire se si sa, cosa si sta chiedendo. Gli “sviluppatori”, non c’entrano granchè, piuttosto c’entrano “semplicemente” gli amministratori del sistema.
Perchè le funzioni che si stanno, giustissimamente richiedendo esitono già, in mvnforum, e con pochi interventi se ne potrebbero avere anche altre già previste come plugin di mvnforum.

Io ho installato mvnforum sul mio server (che uso per studiare e sperimentare) e devo dire che mvnforum è un ottimo programma.
Se consultate il link mvnforum (in basso a destra del message board) potrete rendervi conto anche voi che mvnforum implementa all’origine:

– sotto-forum (categorie e forum)
– funzione ricerca (multiparametrica)
– interfaccia multilingue
– lista posts utente
– discussioni nidificate
– poll (in qualsiasi forum quindi anche questo nazionale potrebbe)
– online flag
– ignore
e molte altre funzioni…

Inoltre non c’è traccia delle limitazioni numeriche poste alle funzioni di organizer e assistent, e che il livello di flessibilità dei forum è molto più alto di quello fissato dagli amministratori di meetup.
In realtà ogni gruppo meetup non è altro che un singolo forum. Mentre mvn prevede la definizione di n categorie, dentro le quali si possono definire n forum, dentro i quali ci possono stare mutlithread.

Credo che l’intero meetup mondiale, così come configurato, possa stare in realtà solo su una unica copia di mvnforum.

Inoltre con un plugin aggiuntivo ogni post (e ogni poster) potrebbe essere valutato dagli utenti ottenendo così una valutazione collettiva che poi può essere utilizzato per ordinare i post e i poster e quindi lasciando gli utenti liberi di leggere tutto o solo quello che supera certi tassi minimi di valutazione. Di conseguenza questo eliminerebbe la necessità di bannare o censurare, e soprattuto di farlo sulla base della valutazione dei soli organizer o assistent.

Insomma se meetup è così, non è per un limite del software che quindi andrebbe sviluppato ulteriormente (con investimenti di tempo/denaro) per migliorare.
mvnforum è una ferrari, che gli amministartori di meetup hanno deciso di “strozzare” facendolo andare come una cinquecento.

Ci saranno dei motivi per cui hanno posto tutte limitazioni. Ne posso ipotizzare alcuni.
Economicamente questo riduce la necessità di database multipli ad uno solo.
Eliminare la funzione di ricerca, (che ricordo inizialmente c’era e funzionava benissimo) riduce il numero di query e quindi l’ampiezza di banda necessaria.
Semplifica la gestione generale e la rende economicamente più redditizia…
Spinge alla proliferazione dei gruppi (e quindi al pagamento per aprirli)

Politicamente meetup, così come implementato, riduce la libertà di azione e la flessibilità organizzativa, obbligando o forzando gli utenti ad organizzarsi piramidalmente, e quindi inducendo un modello organizzativo in cui l’organizer(e assistent) ha naturalmente una funzione “portante”, che può essere superata, solo con la buona disponibilità dell’organizer, e a al prezzo di un maggior fatica e complicazione comunicativa e organizzativa.
A livello locale le difficoltà di progettazione e di direzione collettiva possono essere superate incontrandosi fisicamente (e questa forzatura è in parte il solo “vantaggio” di questo modello). Tuttavia esclude quelli che non hanno il tempo per partecipare fisicamente a tutto, quelli che non possono fare militanza a tempo pieno, le “persone normali”, spigendo ancora una volta verso un accentramento del “potere” nelle mani di chi può permettersi di “militare” a tempo pieno.

A livello nazionale questo meccanismo è decisamente esaltato.
Complessivamente, direi che meetup implementa la versione americana della democrazia (non certo partecipativa o ancor meno diretta – eh si, sono fissato). Quella in cui un gruppo di leader (magari bravi e buoni, per carità) emergono e si mettono alla direzione di attivisti volenterosi e generosi. Questi possono e devono parlare tanto, ma non esiste un modo per darsi regole organizzative efficienti e paritarie. Le scelte non possono che avvenire sulla base della naturale funzione di leader svolta da certi partecipanti, non potendosi strutturare con regole che distribuiscano il potere in maniera esplicita, definita e paritaria. Le idee emergono dal magma e si affermano in quanto valuate buone e degne dal gruppo degli opinion leader, e al massimo livello, dall’unico leader.

Tutto ciò, è funzionale a quella che credo sia la visione politica del movimento di grillo. Un leader buono e bravo e onesto e giusto ecc. ecc. che dà la linea e la direzione e diverse migliaia di sostenitori che “scelgono” se supportare o no questa o quella causa.
Per quanto mi riguarda lo spontaneismo e il “leaderismo biologico”, sono soltanto la malattia infantile della democrazia.

Ovviamente confermo il mio appoggio alle richieste, aggiungendo la mia per una “funzione di rating dei post e dei poster”, ma mi aspetto una serie di “scuse” più o meno tecniche a negazione delle stesse.

pino(strano)

ho scritto questo post sul meetup di grillo nel maggio 2006 in occasione di una delle innumerevoli e cicliche occasioni in cui sottogruppi di utenti si lamentano dela mancanza di funzionalità e della limitatezza dello strumento (a pagamento e caro) scelto o avallato da Grillo a fronte di altre possibilità migliori e gratutite pure disponibili su internet

 Posted by at 13:17
Set 232005
 

Non so se sono capace di dire quello che voglio dire senza urtare la suscettibilità di quelli che scrivono in quel blog . E di Grillo, ovviamente. Ci provo.
Sorvolo su i complimenti per la trasmissione, su quanto mi piace Lui, su quanto sono d’accordo con le cose che in genere dice e fa, ma…accidenti! Andiamoci piano col chiamare tutto questo: democrazia diretta. La petizione per le dimissioni di Fazio, è stata una iniziativa che è nata fuori dal consesso dei partiti, bella e giusta, autonomamente iniziata e proposta da un singolo cittadino (Grillo), ma questo, scusatemi tanto, non basta certo a farne una iniziativa democratica diretta. Se no ogni volta che qualcuno alza una bandiera e tutti gli vanno dietro senza ascoltare i partiti, quella è democrazia diretta? Eh no. A prescindere se quella bandiera è bella o di merda, decidere spontaneamente di andare dietro una bandiera (o una iniziativa) quello non fa un grano di democrazia. E questo vale anche per qualsiasi iniziativa, internetcrazia compresa.

Personalmente sono arcistufo di seguire bellissime bandiere senza sapere come posso fare a non essere solo uno che le bandiere le segue, ma essere uno che contribuisce insieme ai compagni di strada a decidere DOVE e COME quella bandiera si deve muovere. Diffido di questo spontaneismo. Ancora di più dello spontaneismo che si rafforza dietro il carisma di uno (che si chiami Gesù o Mao o Grillo, non me ne fotte).

La democrazia innanzi tutto è REGOLE. E regole *esplicite*. Regole che garantiscono che ciascuno avrà diritto ad una uguale porzione di potere nel governare le risorse che si mettono in comune e gli spazi di sovranità che si disposti a cedere per organizzarsi verso uno scopo comune. Il resto è legge della giungla, reattività emozionale. Gli stessi elementi che stanno dietro le adunate oceaniche, le mascelle protese e i capelli trapiantati. Mi piacerebbe, e spero, che il primo che sappia queste cose e che ci stia attento sia Beppe. E lo stesso mi auguro di chi sta (per ora lodevolmente) lavorando per internetcrazia. Ma la democrazia è una cosa difficile. Ancora di più una democrazia che pretende che ciascuno sia leader di sè stesso. Che ciascuno possa liberarsi dell’obbligo della delega. Sia in termini istituzionali che psicologici.

Ora, se uno non è capace di liberarsi della dipendenza psicologica, peggio per lui. Ma se uno non predispone regole che la contrastino, perchè non se ne rende conto, o peggio, dovesse utilizzarla (anche per buoni fini) allora quello non può dirsi un democratico diretto. Posso al limite amarlo, ma non per quello posso giudicarlo DD. Per esistere la DD occorre che esistano regole chiare ed esplicite che consentano a tutti pari opportunità di proposta, discussione, decisione, controllo, che consentano una scelta (e la revoca) del leader con meccanismi di voto espliciti e non di acclamazione o di diritto di nascita (alias soci fondatori).
Inoltre anche quelle stesse regole devono stare sotto il controllo democratico diretto di tutti coloro che partecipano di quella struttura democratica. La delega implicita che si realizza quando qualcuno si dichiara responsabile di un qualche che, e gli altri non sanno come si può fare a cambiarlo o come si fa a diventare essi stessi eventualmente responsabili, è perversa. Questa delega implicita non è per niente DD. Può essere accettabile solo in via assolutamente provvisoria e sapendo che quella è una condizione che va eliminata al più presto, pena lo stravolgimento dei fini. Io credo che dobbiamo lottare perchè tutti noi (il popolo) possiamo riprenderci il diritto di guidare questa nazione e questo pianeta, senza obbligo di delegare qualcun altro a farlo per noi. Continuando anche ad avere la possibilità di delegare (*) il nostro potere a qualcun altro (per necessità o per scelta), ma sempre in maniera revocabile e con meccanismi chiari, espliciti, in modo da non perdere mai il “controllo” della situazione.

Grillo potrebbe avere oggi un ruolo grandissimo di diffusore della idea dd, e in parte già lo ha. Ma dovrebbe far capire proprio a tutte le persone che sono disposte a seguirlo senza farsi troppe domande, e sulla base della semplice fiducia, che seguire un capopolo non è DD. In un certo senso dovrebbe lavorare per rendersi inutile. Tutti i fondatori, teorici, guru, e padri della patria lo dovrebbero. Il resto è dejà vu.

CorDDialità,
Pino Strano.

Note:Chi volesse può consultare:http://come.to/demodiretta http://www.reocities.com/CapitolHill/Senate/3412/ (sito storico della prima Associazione politica per Democrazia Diretta fondata a febbraio del 1995) (ricco di riferimenti e links anche se ora disattivo), oppure:http://www.abolish-power.org/pwp_italy.html (un modello teorico abbastanza completo e “estremo” di DD) Oppure prendetevi la briga di cercare “democrazia diretta” su google e stupitevi….ma questo lo sapete :-)))(*) Pensare che la DD escluda in via assoluta il diritto di delegare il proprio potere è una solenne stupidaggine. Tutti i DD dotati di cervello sanno che un certo tasso di delega (purtroppo) è inevitabile: per esempio almeno a livello di compiti esecutivi (chi ne dubita, provi a piantare lo stesso chiodo con lo stesso martello in più di uno). Il punto è che la delega non deve realizzarsi in maniera non revocabile, che allora con la perdita di controllo realizzerebbe una alienazione della sovranità (che è quello che accade con la delega irrevocabile per cinque anni del nostro sistema “”democratico”” rappresentativo).(**)Questo l’ho scritto sul forum di internetcrazia il 2005/09/23, cioè proprio il giorno in cui ho deciso di registrarmi sui meetup di beppe grillo, richiamato appunto dall’uso dei termini “demcorazia diretta” che beppe grillo fece in occasione della richiesta di dimissioni di Fazio. Poi ho riscritto praticamente lo stesso post sul meetup… solo che non riesco a trovarlo…ma non è importante.

Mag 091999
 

liberamente tradotto da:
Quick Political Scholastic Aptitude Test (QPSAT)
—————————————————————————-

Questo test consiste di una (1) domanda a scelta multipla.

Ecco un elenco dei paesi bombardati dagli USA
a partire dalla fine della II guerra mondiale,
compilato dallo storico William Blum:

Cina 1945-46
Corea 1950-53
Cina 1950-53
Guatemala 1954
Indonesia 1958
Cuba 1959-60
Guatemala 1960
Congo 1964
Peru’ 1965
Laos 1964-73
Vietnam 1961-73
Cambogia 1969-70
Guatemala 1967-69
Grenada 1983
Libia 1986
El Salvador 1980s
Nicaragua 1980s
Panama 1989
Iraq 1991-99
Sudan 1998
Afghanistan 1998
Yugoslavia 1999

In quanti di questi casi scaturi’, come diretto risultato,
un governo democratico, rispettoso dei diritti umani?
Scegliete una risposta tra le seguenti:

(a) 0
(b) zero
(c) nessuno
(d) neanche uno
(e) un numero intero tra -1 e +1

(recuperato nei meandri della listaDD riportato nel maggio 1999 da Pietro Muni)

 Posted by at 22:13
Nov 241998
 

A proposito di federalismo direi che l’idea di federalismo e’, per lo meno, pienamente compatibile con un sistema a democrazia diretta.

Permettetemi (tanto per cambiare) una digressione ‘teorica’.
I seguenti sono elementi caratteristici della democrazia diretta, o, se volete, aspetti del potere che un sistema dd deve tendere a praticare in maniera egualitaria e massimizzare:

a] – massimo e uguale potere di decisione (una testa un voto)

e] – massimo e uguale potere di espressione (tempo per parlare in assemblea, spazio sul bollettino, forum…, accessibilita’ di media in generale,
ecc.)

i] – massimo e uguale potere di proposta (ugual numero di proposte avanzabili nei diversi tipi di procedura temporale,…)

o] – massimo e ugualeari potere di controllo (accessibilita’ ai registri e verbali, controllo delle attivita’, ricezione della partecipazione altrui…)

u] – massimo e uguale potere di esecuzione (accesso agli incarichi, autocandidatura …)

Ciascuno di questi elementi e’ vitale affinche’ si possa dire che un sistema sia democratico.

Se consideriamo quegli aspetti del potere effettivo, direi che il federalismo e’ il piu’ efficiente dei modelli organizzativi compatibili con la dd.

Infatti riducendo il numero di “questioni locali da risolvere con decisioni sovraordinate”:

a – si aumenta il peso del proprio potere di decisione sulle questioni che riguardano la propria individualita’.

e – aumenta il tempo a disposizione e lo spazio di espressione, ma diminuisce il target. Questa diversa distribuzione e’ pero’ qualitativamente migliore perche’ il target e’ centrato sugli spazi di vita rilevanti per l’individuo, quindi il potere di espressione e’ piu’ incisivo nei suoi effetti all’interno del nostro spazio di vita.

i – il numero di proposte fattibili dovrebbe aumentare e quindi aumenta il singolo potere di proposta.

o – e’ ovvio che il decentramento dei poteri e delle responsabilita’ sulle risorse rende piu’ “focalizzabile” il controllo, quindi tendenzialmente piu’ efficace. Un controllo efficace e’ connesso all’accessibilita’ delle informazioni sull’ “oggetto controllato”, e
questa, e’ sicuramente piu’ ampia se si restringe la massa di informazioni implicate. Inoltre e’ connesso anche alla significativita’ delle info, significativita’ che e’ legata alla conoscenza gia’ posseduta sull’ “ambito” cui le info sono relative: e questo aspetto e’ sicuramente esaltato dall’organizzazione federalista.

u – decentrando e localizzando gli atti esecutivi e’ evidente che migliori la possibilita’ di assumere direttamente la responsabilita’ negli atti esecutivi delegati, cosi’ come migliora la possibilita’ di esecuzione diretta individuale.

Noi, come add(**), ne realizziamo, di quei principi, diciamo bene [a] e [i], in maniera sufficiente [e], e male [u] e soprattutto [o].

Questo dipende anche dalle troppo ridotte risorse e dimensioni dell’associazione, ma abbiamo la responsabilita’ proprio di trovare strumenti che la espandano.

In questo abbiamo ancora dei compiti da completare, proprio sul versante del controllo e dell’organizzazione o almeno della prefigurazione dell’organizzazione in senso federalista.

(*) Tratto da un mio post del 24/11/98 sulla mailing list “ListaDD”
(**) La add (Associazione Democrazia Diretta) è stata la prima organizzazione italiana che programmaticamente si proponeva di sviluppare tutti gli strumenti dd e di modificare il sistema politico italiano e mondiale in senso dd