Nov 282020
 

Siccome mi secca perdere le cose che scrivo nel mare di Facebook, penso sia meglio scrivere solo sul mio blog, e condividere poi su FB e altrove.

La totale indipendenza nella comunicazione, è quasi un ossimoro. Nel senso che la comunicazione non dipende mai solo dal trasmittente, ma anche dal media, e dal ricevente.
Però il rapporto dipendenza/indiendenza può sicuramente essere migliorato, rispetto all’uso dei grandi social, censori e selettori sopra di noi.
Il punto è che anche i social alternativi non sono (a quello che ho visto) fondamentalmente diversi. Non solo e non tanto perchè i server e la rete rimangono comunque fuori dal controllo degli utenti. Ma perchè il modello che propongono è praticamente lo stesso. Cambiano i censori e selettori, ma l’utente rimane sempre in balia delle scelte dei gestori.
La risposta a questa osservazione del sostanziale rapporto feudale tra gestore e utenti è quella che da 30 anni sento in varie versioni: se non ti piace, nessuno ti impedisce di cambiare feudo o creare il tuo feudo. Il che non è proprio vero, ma comunque è una risposta del cazzo.
Da quando esiste internet, la sola risposta intelligente alla necessaria attività di filtro delle informazioni, che non fosse autoritaria, è stata l’idea dei GroupLens. Agli albori di internet, quando erano molto attivi i newsgroup con protocollo NNTP.
Nei gruppi GroupLens niente veniva censurato centralmente. Invece ciascun utente poteva definire il proprio filtro, basandosi, se voleva, sul giudizio già espresso dagli altri, e selezionando di quali altri si voleva considerare buono il giudizio.
Il filtro era solo di un tipo: se il post era giudicato interessante e valido, oppure no. Ma oggi potrebbe essere esteso a giudizi di diverso tipo, come: attendibile-non attendibile, divertente-non divertente, gradito-non gradito ecc. Un pò come si è passati dalla semplice stella di approvazione ai diversi tipi di giudizi-faccine previsti da FB,
Il fatto che ciascun utente fosse libero di usare o non usare questo filtro, e di determinarlo e cambiarlo secondo le proprie esigenze, dava il segno della libertà.
Era una ottima idea, che andava sviluppata, ma che, forse proprio perchè rendeva possibile l’assenza di un filtro centralizzato, non ha trovato interesse tra le decine di migliaia di sviluppatori di free ed open source (nè tanto meno tra i privati).
Quindi, che io sappia, non esiste al momento alcun sotware che sostenga social con questo grado di libertà.
Mi piacerebbe collaborare con altri allo sviluppo di una tale tecnologia.

Apr 282020
 

Il meraviglioso mondo di salute.gov

Se stai prestando assistenza, a persone con sintomi di malattie respiratorie, TU devi indossare la mascherina.
Se sei un operatore sanitario e stai prestando assistenza a persone con sintomi respiratori TU potresti avere dei dubbi.
Forse non hanno tutti i torti, conoscendo i ministri che si sono ultimamente avvicendati, di sicuro chi sta sotto nella scala gerarchica a stento raggiungerà l’intelligenza di una ameba). Quindi necessario ribadire agli operatori sanitari, che di solito al lavoro lavano le macchine, di indossare la mascherina.
Comunque in assenza di sintomi, non è necessaria la mascherina.

A proposito di macchine…

Notare che se si viaggia in due, uno davanti e uno dietro, con la moglie (o una donna) è lei che deve guidare, ma soprattutto, se sei da solo la mascherina non è necessaria, ma se siete in due: indossate la mascherina!
Ma… anche senza i sintomi respiratori? Quello vale se non sei in macchina.

Chiaro no?

 Posted by at 11:36
Dic 242018
 
Dice: Vogliamo un europa senza confini.
Bello. Mi piace.
Ma questa europa i confini (interni) ce li ha, eccome. Per le merci e le persone i confini non ci sono, ma per i debiti e la collegata povertà ci sono. Provate a chiederlo ai Greci.
I valori della pace e della fratellanza non valgono nell’economia; lì vale “ognuno per sè e crepino i deboli”.
 
Dice: Bisogna cedere sovranità all’europa.
Giusto. Per essere uniti, per realizzare gli stati uniti d’europa, bisogna cedere una parte della sovranità. E’ il cardine di ogni federalismo. E i parlamenti degli stati europei hanno ceduto questa fetta di sovranità politica. Ma, a chi?
A un parlamento europeo? Neanche per sogno. L’abbiamo ceduta alla “Commissione Europea”: “I commissari, seppur proposti dai rispettivi stati di appartenenza, agiscono, una volta insediati, in totale indipendenza da essi e nel solo interesse dell’Unione.” (http://www.puntoeuropa.it/ue/istituzioni/commissione.php)
Capito? I parlamenti nazionali e il parlamento europeo non hanno più nessun controllo. E infatti non è il Parlamento Europeo che ha il potere di decidere se il debito di uno stato è accettabile o no. È la “commissione”* e i suoi burattinai.
 
Allora altri dicono: Riprendiamoci questa sovranità! Ma per darla a chi? Ai parlamenti nazionali così come sono ora? Oh, sì, certo, apparentemente meglio di ora, ma sono questi parlamenti così come sono fatti, che prima l’hanno svenduta e senza dircelo.
 
E molti di questi dicono anche: Prima di tutto riprendiamoci la sovranità monetaria; chi stampa la moneta non per questo deve prendersi interessi su questa stampa e indebitarci.
Splendido! Ma a chi la diamo questa sovranità? A questa Banca d’Italia che è sotto il controllo dei banchieri e enti privati? A una Banca controllata da questo parlamento?
 
Quindi non basta dire sovranismo. Bisogna avere bene chiaro CHI è questo sovrano.
Tatticamente posso collaborare con i sovranisti nazionalisti, leghisti, cinquisti, grillisti, socialisti, nazisti, eccetera, ma fino a quando il sovrano non è il popolo, la sostanza non cambia. Avremo solo nuovi padroni, sovrani che non siamo noi.
 
Allora si facciano pure tutti i discorsi del mondo, ma si sappia che vanno bene sono se la sovranità ultima è del popolo. E senza almeno UNO strumento per esercitarla, questa sovranità, qualsiasi dichiarazione roboante è solo una presa per i fondelli. Questo vuol dire la possibilità per il popolo, di indire referendum legislativi, su qualsiasi argomento di cui si dichiara, non solo a parole, la sovranità.
 
* Commissione, si chiama così anche la cupola della Mafia.
 Posted by at 15:53
Ott 092018
 

Oggi, mentre ero in bagno al lavoro (ancora è permesso andarci durante l’orario di servizio), ho visto per terra un piccolo geco.
Mi sono meravigliato. Era fermo, per terra, vicino al muro, dove poteva essere calpestato facilmente. Per un po’. Poi ho visto che provava a salire sul muro di mattonelle. Ma scivolava. Per terra acqua (improbabile). Ho pensato che sarebbe molto presto probabilmente morto.
Mi chiedevo come fosse entrato. … Dal muro esterno fuori e poi dalla finestra, prova a scendere, scivola ed è rimasto intrappolato.
Ho mosso il mio piede per allontanarmi da lui. Non volevo, per sbaglio, pestarlo. Mi piacciono i gechi. Lui era (è) piccolissimo. Non più di due centimetri coda compresa.
Inaspettatamente lui si avvicina alla mia scarpa e poi si infila sotto! Cazzo.
Con attenzione, sollevo il piede e lo sposto molto più in là. Incredibile. Dopo due secondi, quello si muove e di nuovo si infila sotto. Aspetto.
Poi tolgo il piede da lui e, tenendolo d’occho, concludo la mia presenza nel bagno.
E’ cominciata una lunga riflessione sulla vita e la morte, (che vi risparmio) e insomma ho concluso che la cosa migliore fosse portarlo a casa mia dove sul terrazzo balcone del 5 piano tra i vasi già ne ho visto qualche volta uno (Fiodor Fiodorovic).
Ho svuotato la piccola scatola dei filtri per sigarette, e poi sono tornato subito nel bagno. Dopo un tentativo, andato fallito, di spingerlo nella scatola stimolandolo da dietro con un pezzo di carta, lascio la scatola per terra. E aspetto.
Dopo pochi secondi lui entra dentro.
Conclusione.
Ho appena liberato Petr Petrovic tra gli ultimi resti dei nostri orgogliosi pomodorini. Spero di rivederlo. O rivederla? Nel caso si chiamerà Petra Petrovna.

 Posted by at 17:55