Gen 172018
 

Nel 2006 stavo nei meetup. Ero un grillino. Ma non ero cieco. Molto prima delle epurazioni, prima della proprietà del simbolo nelle sue sole mani, prima della dichiarazione dei candidati M5S che devono firmare riconoscendolo lider del movimento. Allora grillo diceva anche che mai avremmo partecipato alle elezioni…..E ho trovato questo scambio con Utopia una grillina del mio meetup:

UTOPIA: Ed ora tu dici di non voler partecipare all’incontro con Beppe perchè,cito:”Non mi piace che qualcuno praticamente deciderà cosa e con che ordine dovranno essere dette le cose senza che abbia concreta voce in capitolo”.Ci leggo una contraddizione.

IO: Scusa, ma non capisco dove starebbe la contraddizione. preferiresti foulard di Valentino? [:D] bene con quel metodo avresti sicuramente la possibilità di proporlo e di discuterne.

La differenza sta nel fatto che nella mia visione il luogo e soprattutto le modalità dell’incontro, dovevano essere discusse e decise da tutti. Non da Grillo o dal suo staff, soltanto. Ma questa possibilità non è nemmeno lontanamente ventilata. Perchè non stiamo parlando di una riunione tra poche decine di persone dove più o meno tutti hanno sempre la possibilità di parlare. Ma di un momento in cui mostriamo e santifichiamo la nostra diversità, con la presenza di moltissime persone. Non c’è alcuna discussione sulle modalità democratiche che questo movimento dovrebbe implementare, se non quella suscitata da rompiballe come me o qualcun altro. Chi ne parlerà lì?? un leader che volesse rendersi inutile, dovrebbe porre anche questa questione, tra le mille altre iniziative per le quali chiede supporto.

Anch’io ho delle immagini. Un palabanca pieno di persone, striscioni, volantini, cori… sul palco persone che stanno lì perchè hanno avuto l’imprimatur di Grillo, nessuna delle quali ho avuto la possibilità di scegliere … passerella di “oratori”, (nessuno dei quali ho avuto la possibilità di scegliere), che raccontano quante cose belle si stanno facendo qui e qui… applausi… poi ecco arriva lui… standing ovation, risate, lacrime…, ma ecco che qualcuno grida qualcosa di inintellegibile contro il palco e grillo, microfono in mano, che risponde garbatamente con qualche battuta tagliagambe, ma quello insiste e allora montano le grida di protesta e quello più o meno elegantemente viene zittito… e il rito riprende fino all’apoteosi finale… tutti tornano a casa col cuore gonfio di orgoglio e felici di aver “partecipato”…

E dove sta la nostra diversità? Nell’osannare Grillo invece che il nano?

La differenza dovrebbe stare nel fatto che ognuno di noi dovrebbe poter contare sulla sua piccola fettina di potere decisionale, la differenza dovrebbe stare nel fatto che tra di noi i “capi” si dovrebbero poter scegliere in modo limpido e trasparente.

Mai più seguirò una bandiera, nemmeno se mi piace, neanche insieme ad amici, senza avere un paritetico potere di determinare dove quella bandiera deve andare.(Questo potrebbe diventare il mio “Delenda Cartago”)
….
Buona giornata anche a te. Oggi sole, finalmente. E speriamo che domani non sia “sola”.

Pino(strano)

 Posted by at 20:27
Ott 032017
 
Sono stanco.
L’arte della politica sembra impraticabile. Dico la politica che preveda l’affermarsi del principio della sovranità individuale[1].
 
Mi spiego.
Io sento la mia sovranità individuale (o quello su cui mi illudo di avere o dovrei avere sovranità) gravemente e sempre crescentemente, offesa e impedita. E, ciò che è inaccettabile, è che questo viene fatto a vantaggio di una ristretta minoranza.

Ma ormai è chiaro che non è un problema di intelligenza.
Fattori non solo razionali (o materiali, o emotivi, o affettivi e altri non riducibili fattori) condizionano qualsiasi azione politica.
Di conseguenza è difficile essere coerenti. Anche per i “migliori” di noi.In qualche caso può essere impossibile. È difficile affermare il più astratto degli obiettivi: l’affermazione della uguale sovranità di ciascuno di noi.
Eppure è da questo che dipende il vero salto, il vero cambiamento.
Chi è disposto a fare questo, mi contatti. Vorrei discutere di questo.
 
1] Per inciso lo sviluppo che seguo è:  Sovranità -> Federazione -> Democrazia.
Condizione necessaria perchè ci possa essere un contratto, (cioè un patto tra contraenti), è che i contraenti abbiano potestà (sovranità) su quello su cui stipulano il contratto.
Quindi, senza sovranità, nessun federalismo è possibile.
Lo stesso vale per la democrazia.

Ci possono essere federazioni non democratiche?
Se si usa la metafora del contratto come guida… sì, ci possono essere federazioni non democratiche.
Ma non ci possono essere democrazie non federaliste.
Perchè la democrazia prescrive per definizione che i sovrani che stipulano il contratto godano dell’isegoria. Cioè c’è la democrazia, se c’è la pari sovranità politica dei contraenti il patto.
La democrazia é solo una delle forme possibili di federalismo.

La sovranità monetaria è di per sè democratica?
La sovranità monetaria non esaurisce tutte le forme di sovranità. La sovranità monetaria è solo uno degli attributi, delle forme, della sovranità. Epoche e latitudini diverse hanno visto diverse importanza dellle diverse forme.
L’aspetto fondamentale di questa sovranità è il diritto a creare moneta. E, quindi, la sua proprietà.
Auriti non affermava soltanto il rifiuto della proprietà privata della moneta emessa a debito, ma anche affermava il diritto alla proprietà popolare della moneta. Perchè è essenziale dire CHI è il sovrano (il proprietario) della moneta.
Ma in sè, la proprietà potrebbe essere pubblica, senza essere sotto la sovranità dei singoli.

Come ogni altra forma di sovranità, essa può essere gestita in molti modi, ma se deve essere del popolo, allora il popolo deve avere sempre l’ultima parola. Altrimenti non è più il suo proprietario. Il metodo che garantisce meglio questo è il metodo democratico. Il diritto a esercitare uguale potere di governo sulla moneta che è ugualmente di tutti.
Quindi la sovranità monetaria (almeno nelle aspirazioni di Auriti) è implicita alla democrazia. Ma non viceversa. (Almeno teoricamente possono esistere sistemi democratici che non esercitano la sovranità monetaria. Ovviamente nei sistemi politici concreti applicati agli stati difficilmente la democrazia può sopravvivere senza tale forma di sovranità).
Direi che discorsi analoghi si possono fare per tutte le diverse forme che può assumere il potere e la sovranità su di esso.

 
 
 Posted by at 20:35
Apr 242017
 

Un tratto della Via Cristoforo Colombo. A sinistra sopra il palo del cartello c’è uno dei rilevatori di velocità.

Circa una settimana fa, imbocco la Cristoforo Colombo da Ostia verso Roma. Vedo tutta una serie di nuovi cartelli stradali ricoperti da plastica nera ma che si capisce saranno cartelli di limiti di velocità.

Chi non è di Roma e dintorni, sappia che la “via” Cristoforo Colombo è una arteria di collegamento tra Roma e Ostia che va dall’EUR a Ostia con alcune leggere curve iniziali, poi praticamente sempre diritta.
Ha 8, (dicasi OTTO) corsie di marcia suddivise in tre carreggiate. Una centrale  (4 corsie centrali, due per ogni verso) e due laterali (con una corsia per ogni verso). La carreggiata centrale e tutta completamente separata dalle corsie laterali da un gard-rail continuo.
Non esistono immissioni laterali a raso, se non in due punti (dalle laterali alla centrale e viceversa) e lungo il percorso di circa 14 km (eur escluso) ci sono alcuni incroci semaforici, ottimamente segnalati e visibili dall’orizzonte. A parte i radi semafori, tracciato e dimensioni sono quelle tipiche di una autostrada o superstrada.

Due giorni fa ripasso da questa “via” e scopro che il limite è di 50 Km/h.
Ora, è vero che il percorso è tutto entro l’area urbana di Roma (che per altro è il comune che è noto avere l’estensione di territorio pari a quello delle altre prime sette città italiane – comprendendo anche aree paesaggistiche e alcuni parchi e riserve naturali), ma il suo percorso, nell’area di cui parlo si svolge praticamente in campagna, pochissimo popolata ai suoi bordi.
Per altro, la stessa autostrada Roma-Fiumicino, è tutta in territorio comunale (con limite di 100 km/h). E cosa ancora più curiosa, la Via del Mare e la Via Ostiense  hanno invece un limite che in molti tratti è di 70 kmh! Anche esse collegano Roma a Ostia, praticamente parallele alla Colombo, ma più strette, con molte più periclose immissioni a raso, in una area a più alta densità abitativa, e con un percoso complessivamente molto più pericoloso relativamente alla Colombo.

Invece la Colombo no. TUTTA a 50 km h!

Allora io mi chiedo: QUALE è LO SCOPO DI QUESTO LIMITE A 50 KM orari? L’unico che riesco a vedere è quello di raccogliere soldi dalle multe. Una specie di ipocrita tassa aggiuntiva silente.

Ma se gli assessori e gli ingegneri (che Dio li strafulmini) del comune di Roma, che hanno voluto e predisposto questo, conoscessero un minimo di scienza della sicurezza stradale(*), dovrebbero sapere che in realtà questa forma di limitazione della velocità, come tutte le indicazioni in palese contrasto con le reali possibilità ed esigenze del percorso, sono un fattore che INCREMENTA il rischio di incidenti stradali.
Lo incrementano nello specifico, e spiegherò dopo il perchè. E lo incrementano in generale, perchè danno un messaggio fortemente diseducativo rispetto alla necessità e razionalità della segnaletica in generale. Queste cose chi studia la sicurezza stradale e la psicologia della sicurezza stradale le sa. Sono cognizioni di base, bellamente trascurate in questo caso.

Ora, avendo anche io subito questa tassazione, già in altre occasioni, mi sono imposto di andare a non più di 50 km orari. Per tutto il percorso.
Ero il solo a farlo. Ovviamente. Era quasi impossibile andare a 50 km orari su questa larga strada rettilinea con visibilità oceanica. E di fatto ero un pericolo per gli altri, i quali pur guidando a velocità ragionevoli trovavano in me soltanto un intralcio. Poichè la mia velocità non era adeguata alle condizioni generali del traffico e obbligavo gli altri a frenare trovando loro un veicolo che senza apparente ragione si muoveva così lentamente. E obbligando tutti al sorpasso con i rischi dovuti al precdente abbassamento di velocità in confronto agli altri che provenivano da più lontano, ecc.  Per non dire di quelli che in questi casi ancora più si sentono autorizzati a trascurare  questo limite imbecille e semplicemente quindi se ne fregano e vanno ben oltre i 100 kmh come se non ci fossero limti tout-court (per altro la strada lo consente effettivamente. Nonostante ciò ho insistito e ho resistito al ragionevole istinto di adeguare la mia velocità alle condizioni del traffico e della strada (come per altro recita il Codice della Strada, in contrasto quindi con le indicazioni di limiti imposti alla Colombo). Sono stati 20 minuti di guida nell’incubo. E mi sono preso i sacrosanti accidenti di moltissimi automobilisti.

Anche al ritorno, ancora ho rispettato i limiti allo spasimo, ancora più nervosamente, e la cosa ridicola è che a un certo punto sono stato raggiunto da un auto dei vigili urbani, che si è messa a seguirmi, come insospettita dal mio “strano” comportamento (rispettavo il limiti ed ero l’unico a farlo). Per circa un chilometro mi ha seguito e credo che abbiano anche controllato in rete se il mio veicolo era assicurato e in regola. Poi dopo circa un paio di chilometri, mi hano superato e si sono allontanati, anche loro a molto più di 50 km h. E i vigili mi hanno guardato con una aria interrogativa e di disapprovazione.

In conclusione vorrei dire solo ad assessori e ingegneri che il gioco a raccogliere soldi imponendo limiti irragionevoli.
aumenta in realtà i rischi per la sicurezza e l’incolumità di chi guida. Gli epiteti (benchè sacrosanti) li ho cancellati.

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* Io mi sono occupato di sicurezza stradale fino alle soglie del 2000. Nel silenzio e disinteresse generale di tutti gli organismi italiani. Poi ci fu una fiammata di interesse per via di una normativa che sembrava ventilare la richiesta di test psicologici da sottoporre agli automobilisti per superare gli esami di guida. Improvvisamente spuntarono come funghi gli psicologi esperti. Tranne poi sparire altrettanto rapidamente quando non se ne fece più niente. Digustato definitivamente ho mollato il campo.
L’Italia è l’unico paese europeo che non ha un ente che si occupa specificatamente di ricerca della sicurezza stradale. Nè dal punto di vista delle condizioni delle strade. Né, ancor meno, dal punto di vista dei comportamenti di guida. TUTTI riconoscono che il comportamento del conducente è il fattore principale connesso alla sicurezza stradale. Ma quasi nessuno studia seriamente questo e certamente nessun ente specifico se ne occupa (in Italia). In Francia, per esempio L’INRETS ha circa 500 ricercatori che si occupano di questo. Ricordo come una specie di sogno i congressi internazionali sulla sicurezza stradale, in cui io ero il SOLO rappresentante italiano (che era lì a proprie spese). Il resto è noia.

 Posted by at 21:00
Mag 292016
 

troppo trascurato.
molto più facile e divertente, e rapido e gratificante, esistere su facebook.
Qui è come un eremo, difficile essere insulsi in un eremo. Però le stupidaggini si possono dire dappertutto. Sarà per questo che spesso, negli eremi c’è la regola del silenzio.

 Posted by at 19:36
Set 062014
 

Al livello politico delle nostre istituzioni (da quelle locali a quelle generali più o meno istituzionali), la vera democrazia (la democrazia diretta) è impraticabile, oggi.
Si può lottare per cercare di limitare i danni, ma non molto di più.

Però si può pensare di praticare la democrazia vera dentro una organizzazione che vuole il recupero di tutte le sovranità, e quindi la autodeterminazione, la fine della schiavitù, e quindi un giorno una vera democrazia anche per l’autogoverno delle varie comunità  di cui siamo membri.
Si può o no?
Se si può, allora  io posso fare attività “politica”.
Altrimenti preferisco fare altre cose.