Feb 032013
 

Diario elettorale. 03.02.13.

Finalmente ho due secondi per scrivere sul mio diario elettorale. Comincio a non stare più appresso a tutte le cose. Il 31 ho fatto una intervista con Radio Globo. Al pomeriggio intervista con un blogger a me quasi sconosciuto, ma che si rivela quasi un fratello, che gestisce financialpolis. Quello di Radio Globo mi ha fatto belle domande, bel ritmo, veloce ma non strozzante. L’ultima domanda: “Quali canzoni hanno segnato la sua vita?” (o qualcosa del genere). Ho risposto: quelle che possono dire qualcosa di me potrebbero essere: Psycho Killer dei Talking Heads (era una cover che facevamo col mio gruppo quando -bei tempi- suonavo), La libertà di Gaber, e Oceano di silenzio di Battiato.
Ecco, vorrei spegnere tutto e ascoltarla. Anzi, ora lo faccio.
Stacco quasi tutto, anche se non posso rinunciare al telefono. Sembra che lo sappiano. Passo ore a rispondere.

Sabato e domenica finalmente riesco a stare un pò coi miei figli. Anche se con un occhio al pc e un orecchio al cellulare. Però va bene così solo che il grande ha male all’orecchio. Va avanti così da una settimana, anche se sabato sta un po meglio e va a scuola.
La domenica pomeriggio li riaccompagno dalla mamma. E il pomeriggio è dedicato al… look.
Ci sono state un po di discussioni interessanti su questo. On line e di gruppo. Cravatta si cravatta no. Cosa siamo, cosa vogliamo comunicare, a chi. Siamo piccoli ma vogliamo diventare grandi e sappiamo che esistono regole nella comunicazione che bisogna saper usare anche e specie nei media ingessati. Rompere i clichè senza sembrare inaffidabili, rappresentare il cambiamento vero che è non solo distruzione, ma nuova costruzione, mostrare la nostra capacità di essere diversi e uniti, la demcorazia non è omologazione ma è rispetto degli altri e delle regole…e via così. Comunque sia l’intelligenza collettiva è al lavoro. E io sento che stasera è una delle ultime sere tranquille prima della tempesta . Domani lunedi, radio popolare e Telesole, più il solito turbinio di email, telefonate, ecc.

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Feb 022013
 

Diario elettorale. 31.01.13. Notte.

Dopo la festa-riunione abbiamo girato lo spot per gli spazi che graziosamente le tv mettono a disposizione per la propaganda elettorale, secondo la legge della “par condicio”.
Par condicio? I partiti destra, sinistra, centro, politica e antipolitica stanno in TV tutto l’anno tutti i giorni. Arrivati alla campagna elettorale ecco che spunta la “par condicio”. Ipocrisia pura. Allora tutti nelle trasmissioni elttorali hanno lo stesso tempo. Che poi non è vero neanche questo. Ci sono tv, radio e giornali che non solo non ci chiamano, ma neanche ci nominano. Per forza. Noi siamo altro. Noi siamo fuori dal teatrino. Tutto si gioca su “quale forza politica andrà al governo?”. E quindi va benissimo mostrare chi comanda oggi, e anche mostrare chi grida contro ma poi non mette vermente in discussione la radice del male. Così anche le grida esasperate, la protesta urlata in realta è funzionale al sistema. Questo video lo spiega proprio bene.   Cerchio o ellisse? Così ci fottono…

Sarà complottardo, un pò dark, ma dice la verità. Grazie a chi l’ha fatto. L’intelligenza collettiva cresce.
Abbiamo girato il nostro spot. Varo Venturi ci ha fatto le riprese. Alle 2 e passa di notte abbiamo finito. Farà anche il montaggio. Gli sono profondamente grato. Non solo perchè ha dato una mano concreta. Ma per come lo ha fatto. Quando ci siamo incontrati ci ha messo pochi minuti a capirci e a decidere di unirsi a noi. Mi ha dato la speranza che possiamo farcela, che la sensibilità e l’intelligenza possono superare le diffidenze le frustrazioni e gli steccati costruiti e fomentati dal sistema. I cuori possono essere più forti del condizionamento.

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Feb 022013
 

Diario elettorale. 31.01.13. Sera.

Dopo la solita giornata di lavoro, inseguendo mille cose, vado alla festa della Rete.
Festeggiamo il nostro secondo miracolo. Il primo è stato la raccolta delle firme in non più di 20 giorni. Il secondo la presentazione di tutta la documentazione comprensiva di tutte le certificazioni. A Frosinone credo che abbiamo stabilito il record del minimo di certificazioni perse.
Tra un brindisi, uno spuntino riusciamo comunque a discutere delle prossime tappe organizzative.
Io intervengo per dire che non abbiamo soldi, non abbiamo tv, non abbiamo giornali o altri media, non abbiamo volti o uomini immagine che con un fischio raccolgono masse di cittadini.
Tra tanti “non abbiamo” ce n’è uno che solo noi possiamo vantare: “NON ABBIAMO CAPI”.

Noi siamo quello che diciamo: cittadini, normali cittadini, o meglio normali cittadini ma con l’idea folle che normali cittadini possono governare, e possono competere con gli apparati nuovi e vecchi che si accaparrano il consenso, ingannano gli elettori e poi li trasformano in sudditi per il resto del tempo.

Pochissimi ci conoscono. Il nostro progetto è dirompente e veramente risolutivo. Ma non abbiamo visibilità.
Siamo solo noi stessi. Per la campagna elettorale abbiamo solo i nostri corpi, le nostre auto, le nostre case. Inutile fare voli pindarici su “ci vorrebbe questo e ci vorrebbe quello…”. Non li abbiamo. Dobbiamo fare il terzo miracolo.
Per cui, ognuno di noi deve diventare un portatore/espositore. Sembra una sciocchezza ma ognuno di noi incontra centinaia di persone ogni giorno. Tutti dobbiamo sempre indossare la spilla. Tutti dobbiamo mettere il simbolo adesivo sulla nostra auto. Dobbiamo esporre le nostre bandiere sui nostri balconi. E dobbiamo chiedere a tutti di aiutarci facendo la stessa cosa.

I media sono forti. Siamo tutti vittime del meccanismo, anche noi. Ma nessuno, ancora, è più forte di un discorso fatto guardandosi negli occhi. Nessun berlusconi, casini, grillo può essere più forte del rapporto diretto. E’ la nostra vera sola speranza. Facciamolo tutte le volte che è possibile. La spilla indossata incuriosisce, quando qualcuno chiede spieghiamo perchè l’abbiamo, e se possibile, regaliamola o invitiamo a fare lo stesso.

Abbiamo solo tre pani e tre pesci, facciamoli diventare migliaia.

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Feb 012013
 

Diario elettorale. 30.01.13. Sera.

Tornato dal lavoro alla fine del pomeriggio sono passato dai miei figli, che ormai vedo col contagocce. Quasi mi commuovo guardandoli.
Resto con loro un po’, cerco di rilassarmi, ma non ci riesco granché. Anzi, uffa, alzo anche la voce perché Saverio sta troppo al computer. Alla fine esco, e compro una pizza che porto a casa. Mentre mangio, alle 9 e 10 mi chiamano al telefono. E’ la tv  regionale T9, qualcuno mi chiede dove sono, che alle 10 c’è la mia intervista. Rimango senza parole.

Ero convinto di doverci andare il giorno dopo!! Impreco mentalmente in tutte le lingue. Dico che cerco di arrivare al più presto.
Esco di corsa e faccio i circa 35 km del percorso, a velocità ambulanza, pregando di non incontrare traffico.  Il fato è dalla mia: trovo quasi tutti i semafori verdi e le strade sgombre. Arrivo alle 9 e 50. E di nuovo cerco di rilassarmi un po’. Fortunatamente non stanno li a truccarmi e un tecnico mi mette il microfono, mentre il candidato presidente della lista Fiamma tricolore sta finendo. Sul divano, nella saletta a guardare la tv, è seduta una persona che guarda distrattamente. A vederlo sembra una persona normale. Lo vedo spento, e in difficoltà in più occasioni e vedo la gabbia nella quale anche lui è collocato, ma l’impressione è che a lui non passi nemmeno per la mente. Ma lo stesso ho una specie di solidarietà con lui, benché lontano politicamente mille miglia da me, perché onestamente mi sembra uno non brutto. E verbalizzo alla persona seduta “sembra una brava persona, ma dice cose che dicono tutti, potrebbe essere di qualsiasi partito: il punto infatti non sono i programmi, ma quello che succede dopo queste sceneggiate. Comunque sembra una brava  persona.”
La persona seduta, mi guarda e dice “Sono sua moglie, sì è un brav’uomo. Solo che sì, …sono idee un po’ … vecchie”.
Arriva il mio turno. La corsa in macchina e il nervosismo per l’equivoco, mi hanno alzato l’adrenalina. Sarà per questo e anche per il ricordo della gabbia del mattino, che l’incontro  va piuttosto bene e non resto inchiodato al teatrino. Forse sono riuscito a dare un idea di quello che siamo. Dopo 30 minuti saluto tutti e torno a casa. I tecnici mi fanno i complimenti, ma sospetto che li facciano a tutti. Orazio mi chiama per dirmi che sono stato grande. Allora posso essere contento. Solo un paio di cose avrei dovuto esprimerle con una progressione diversa…. ma va bene così. A casa, sul tavolo, mezza pizza triste mi aspetta. La butto nella spazzatura. E  lavoro ad altre cose. Alle tre vado aletto, e domani di nuovo lavoro e intervista con Radio Globo.

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Gen 312013
 

Diario elettorale. 29/01/2013. Pomeriggio.

Oggi giornata abbastanza pesante. Prima al lavoro. Molto arretrato per via dei tre giorni di ferie presi per la campagna di raccolta firme e certificati. Poi tensioni varie. Quando due persone che stimi entrambe entrano in conflitto e non sai come sciogliere il nodo, ti senti impotente. E triste. Comunque alle 15 e 30 avevo un intervista al corriere. Cerco di concentrarmi su quella. Cavolo avevo dimenticato le spillette col simbolo! E ora ce mi metto? Paranoia. Poi alla fine le trovo. Nel frattempo ho ordinato degli adesivi grandi col simbolo, in perfetto stile fai da te, così da non trovarmi senza nei prossimi giorni. Ma arriveranno domani.
Ho messo la cravatta, cosa che non amo perchè “fa serietà e affidabilità”. Anche se mi pare una palla. Però siccome molti, anche dei meno sospetti di conformismo, me l’hanno consigliato, ho abbozzato. Ma, dentro di me, temo che piuttosto mascheri un pò il messaggio di diversità che vorrei dare.
In piazza Venezia cerco posteggio, alla fine chiedo a un vigile: “scusi dove posso parcheggiare in questa zona?” soprendentemente gentilissimo mi risponde che, se non devo stare molto, posso lasciare l’auto anche nella zona riservata sotto la sede della provincia che oggi non c’è consiglio. Trovo un buco e vado.
Mi accoglie gentilmente Carlotta De Leo e mi introduce nella stanza delle riprese. La poltroncina è compressa tra pannelli riflettenti ravvicinati e luci fortissime. Più che una situazione di intervista, mi sembra un seggio da interrogatorio. Mi vogliono fare delle foto. “si metta qui”, “guardi lì”, “no no da quella parte, e tenga le braccie conserte”.(!).. obbedisco , ma non mi piace. L’impressione di essere ingabbiato aumenta. Mi chiedono di essere sintetico che alla fine dovrà risultare di due minuti e quindi se poi loro devono decidere dove tagliare c’è rischio che taglino cose importanti per me. De Leo mi dice che prima devo fare un piccola presentazione. poi mi faranno le domande su questo, e quello. Mi siedo ed eccole domande: “Quali sono i punti principali del programma?” la cosa procede senza sbalzi, cerco di essere sintetico, ma mi accordo che sto facendo il loro gioco. Tutto è predisposto in modo usuale. Sembra proprio un teatrino. E io mi sento relegato al ruolo che ci si aspetta da me. Intendiamoci, sono tutti carini (giornalista, operatore, tecnici…), ma non si accorgono che impostate così le interviste stanno facendo il gioco della omologazione al sistema. I candidati vengono “incorniciati” nello stesso contesto, magari anche per esigenze di formato telelvisivo ma così alla fine di anche le idee nuove , passeranno in secondo piano, come se fossero i soliti discorsi elettorali che appunto fanno tutti). Due minuti sono pochi e cerco di fare il mio meglio. Ma non mi darei più di un 6- di incoraggiamento.
Stasera vado da T9 cercherò di fare meglio.