Diario elettorale. 30.01.13. Sera.
Tornato dal lavoro alla fine del pomeriggio sono passato dai miei figli, che ormai vedo col contagocce. Quasi mi commuovo guardandoli.
Resto con loro un po’, cerco di rilassarmi, ma non ci riesco granché. Anzi, uffa, alzo anche la voce perché Saverio sta troppo al computer. Alla fine esco, e compro una pizza che porto a casa. Mentre mangio, alle 9 e 10 mi chiamano al telefono. E’ la tv regionale T9, qualcuno mi chiede dove sono, che alle 10 c’è la mia intervista. Rimango senza parole.
Ero convinto di doverci andare il giorno dopo!! Impreco mentalmente in tutte le lingue. Dico che cerco di arrivare al più presto.
Esco di corsa e faccio i circa 35 km del percorso, a velocità ambulanza, pregando di non incontrare traffico. Il fato è dalla mia: trovo quasi tutti i semafori verdi e le strade sgombre. Arrivo alle 9 e 50. E di nuovo cerco di rilassarmi un po’. Fortunatamente non stanno li a truccarmi e un tecnico mi mette il microfono, mentre il candidato presidente della lista Fiamma tricolore sta finendo. Sul divano, nella saletta a guardare la tv, è seduta una persona che guarda distrattamente. A vederlo sembra una persona normale. Lo vedo spento, e in difficoltà in più occasioni e vedo la gabbia nella quale anche lui è collocato, ma l’impressione è che a lui non passi nemmeno per la mente. Ma lo stesso ho una specie di solidarietà con lui, benché lontano politicamente mille miglia da me, perché onestamente mi sembra uno non brutto. E verbalizzo alla persona seduta “sembra una brava persona, ma dice cose che dicono tutti, potrebbe essere di qualsiasi partito: il punto infatti non sono i programmi, ma quello che succede dopo queste sceneggiate. Comunque sembra una brava persona.”
La persona seduta, mi guarda e dice “Sono sua moglie, sì è un brav’uomo. Solo che sì, …sono idee un po’ … vecchie”.
Arriva il mio turno. La corsa in macchina e il nervosismo per l’equivoco, mi hanno alzato l’adrenalina. Sarà per questo e anche per il ricordo della gabbia del mattino, che l’incontro va piuttosto bene e non resto inchiodato al teatrino. Forse sono riuscito a dare un idea di quello che siamo. Dopo 30 minuti saluto tutti e torno a casa. I tecnici mi fanno i complimenti, ma sospetto che li facciano a tutti. Orazio mi chiama per dirmi che sono stato grande. Allora posso essere contento. Solo un paio di cose avrei dovuto esprimerle con una progressione diversa…. ma va bene così. A casa, sul tavolo, mezza pizza triste mi aspetta. La butto nella spazzatura. E lavoro ad altre cose. Alle tre vado aletto, e domani di nuovo lavoro e intervista con Radio Globo.