Feb 212013
 

La nostra “democrazia” non so perché dovrebbe ancora chiamarsi così.
La nostra è ormai una finta democrazia. Dal 1946 in poi il sistema democratico italiano è andato progressivamente degenerando. La politica si è prima professionalizzata. Poi si è commercializzata, e personalizzata. E si è via via sempre più corrotta per via dei costi di questa commercializzazione/personalizzazione. Succhiando risorse al popolo, sia esplicite col sistema dei finanziamenti-rimborsi, sia implicite con le tangenti. Il sistema elettorale parimenti è andato riducendo gli spazi di partecipazione e rappresentanza. Prima il passaggio dal proporzionale al maggioritario, ancorché imperfetto. Poi con l’abolizione delle preferenze e i sistema delle liste bloccate. La sovranità del popolo è stata sempre più ridotta e soffocata. Sappiamo tutti che la trasformazione dei partiti da strutture di ascolto e raccordo tra cittadini e istituzioni (vi ricordate le case del popolo? Gli oratori? I circoli dopolavoristici? Le associazioni giovanili?) in pure macchine di raccolta di consenso elettorale ha stravolto l’impianto e il significato, per certi versi fragile, ma allora sensato, della Costituzione. Fragile, proprio perché ha permesso questa degenerazione, che potrebbe trovare soluzione solo con l’introduzione di strumenti di democrazia diretta.

Ma oltre all’impianto istituzionale e la modifica dei partiti, si è modificata la struttura della comunicazione nella società. L’informazione, che prima viaggiava attraverso molti canali paralleli oggi si è concentrata. Sia come proprietà, che come strumenti. I famosi mainstream. Il resto sono briciole. Solo internet teoricamente permetterebbe una fuga da quella gabbia. Ma anche internet è condizionata. Non fosse altro perché le teste che la percorrono sono comunque immerse nella struttura generale. E infatti internet raramente è propriamente “alternativo”, ma più che altro “amplificativo” di processi che avvengono ad altro livello.

In definitiva la modifica delle istituzioni, dei partiti e della comunicazione ha ristretto ulteriormente la piramide del potere che viene a determinarsi col sistema rappresentativo. L’illegalità istituzionalizzata aggiunge un altro tocco di ipocrisia alla situazione.
Oggi della sovranità del popolo è rimasto un unico brandello: il voto.

Elezioni-VotoOra, se questo voto viene determinato in condizioni di fortissima diseguaglianza comunicativa, cosa resta?

Noi che nasciamo dal basso. Che non abbiamo soldi, tv, giornali, che rifiutiamo gli apparentamenti strumentali. Che proprio perché nasciamo dal basso e rifiutiamo la logica della personalizzazione, dentro questo sistema siamo afoni, anzi proprio muti. Possiamo anche gridare, ma siamo chiusi nella gabbia di isolamento acustico del sistema. Che impone le sue regole. Che vincolano e obbligano anche chi vuole opporsi. Se vuoi esistere, anche come opposizione, devi sottometterti alle regole non scritte. Che dicono o hai mezzi, o non esisti. O hai la visibilità di un capo che tutti acclamano, o non esisti. O usi mezzi illegali anche tu, o non esisti. O pratichi la censura e zittisci gli avversari e usi qualsiasi mezzo immorale per diffondere la tua politica, o non esisti. O ti sottometti alle leggi del sistema, o niente.
Noi che rifiutiamo tutto questo, siamo un corpo estraneo. Non dobbiamo esistere. Siamo i “matti” chiusi nella stanza di contenzione del sistema. I meccanismi di censura implicita, ma anche esplicita, ci imbavagliano.

Non facciamo piangina, ma queste verità vanno dette. Noi continueremo, perchè sappiamo di essere nel giusto. Perché o il popolo si salva da sé, o non ha speranza. O si vince con metodi nuovi, o chi vince è in realtà sempre il nemico. Perché vincono i metodi del nemico.

Chi pensa che la presa del palazzo d’inverno, possa giustificare le mille incongruenze e incoerenze, perché quella è una precondizione che condurrà poi a un mondo migliore, si illude.
Sempre, nella storia, quello si è tradotto nel semplice cambiamento delle facce di chi sta ai vertici del potere.  Non in un cambiamento della struttura piramidale del potere.

I fini non giustificano i mezzi. I mezzi determinano invece la qualità del risultato finale.

O costruiamo democrazia vera da subito, o la presa del palazzo d’inverno ha un altissimo rischio che si risolva in un assorbimento e travisamento e, alla fine, strumentalizzazioni delle spinte positive.
Per questo noi vogliamo che i rappresentanti eletti da subito siano puri strumenti della sovranità popolare. Per questo noi costruiamo e pratichiamo democrazia diretta da subito. Prima di tutto al nostro interno.

Certo, è molto più difficile. Lo sappiamo benissimo. Ma la strada apparentemente più breve non conduce alla meta. Te ne allontana. Ritarda il momento in cui si percorrerà la strada giusta.

Feb 172013
 
Poco fa, in chat, Roberto un nostro amico e sostenitore mi scrive:
ciao Pino, ma lo sai che una decina di minuti fa ho ricevuto una telefonata che
alla risposta si è svelato un sondaggio e....indoviva indovina il tema?
le votazioni regionali
bene, proprio per le mie intenzioni di andare a votare,
sono stato disponibile allo stesso
ma purtroppo mi sono dovuto fermare solo alla seconda domanda
è cioè, quando mi chiedevano a quale dei 5 candidati avrei dato il mio voto
5????????????!!!!!!!!
cazzo, ma come cinque?
la vocina registrata mi presenta nome per nome la lista
e in questa lista il tuo nome non c'era
ma vaffanculo!
mi sa che per fare in modo che si accorgano di voi dovrete andare con un M113 a 
piazza Montecitorio e mirare bene
quando li avrete eliminati tutti e rimarrete solo voi, finalmente si accorgeranno
che esistete che ne dici?

Abbiamo rilevato come ogni volta che vengono mostrati i risultati dei sondaggi  alla fine c’è sempre la voce “Altri”.  In questo modo le forze più piccole spariscono, e neanche si vede il loro nome, condizionando ulteriormente le scelte degli elettori. Già siamo esclusi dai media, spariamo anche dai sondaggi. Non si viene neanche nominati. NON DOBBIAMO ESISTERE!
Questo comportamento condiziona pesantemente la campagna elettorale. Lo sa bene Berlusconi che si inventa sondaggi e sorpassi ad hoc. Quel tipo di descrizione dei risultati con la voce “altri” dovrebbe essere vietato. Dovrebbe essere vietato per legge!!!
Ma questa, che addirittura già in fase di sondaggio, le liste “minori” non vengono presentate come scelte possibili è veramente il massimo!!
In pratica non solo condizionano, ma truccano i risultati!
Peccato, peccato veramente che il mio amico non abbia potuto capire QUALE società attuava la “ricerca”. L’avremmo ringraziata adeguatamente.
Sono indignato. Sono disgustato.
Perchè non ci cancellano d’ufficio anche dalle schede elettorali, e la facciamo finita con questa farsa che chiamano elezioni democratiche? Vogliono che l’unico modo per cambiare le cose sia veramente usare fucili e forconi!?

Feb 162013
 

 

Diario elettorale. 16.02.13

Eccomi qua. Come prevedibile, non ho avuto tempo, per “coltivare” il mio blog. Mi spiace, ma io non sono stipendiato per fare questo. Anche se mi sono messo in ferie (sig). Nè abbiamo forze che possono permettermi di fare solo questo. In questi giorni ho fatto le classiche cose che fa un candidato presidente, ma anche ho fatto volantinaggi, ordinato gadget, appiccicato manifesti, messo in cassetta santini, distribuito materiale, anche lavato pavimenti (della sala dell’assemblea che era rimasta sporca dalla festa di carnevale precedente con un sacco di roba appiccicosa per terra).
I miei figli sono tre giorni che non li vedo.
Questa campagna elettorale si sta consumando in tempi assurdamente brevi. E’ cominciata da 15 giorni e finirà tra una settimana!
Prima l’altalena delle date possibili, gennaio? Poi marzo, no contrordine febbraio.  il 3? no il 24 no il 10 anzi il 24. Accorpate alle politiche? No, si, forse, anzi si.
Ma ai partiti e alle formazioni dominanti non importa nulla. Loro sono in campagna elettorale permanente. Qualsiasi momento è buono. I partiti al potere se lo scelgono in base alle loro convenienze. E quando conviene su questo trovano facilmente l’accordo con le opposizioni (?).
tienTutte le regole fondamentali sono state stravolte.
Dovevano esserci almeno tre mesi di campagna si sono ridotti a uno, con in mezzo natale, capodanno, epifania.
I municipi romani hanno dato una prova di inefficienza e approssimazione difficilmente superabile. Impiegati che si rifiutavano di accettare i moduli per le sottoscrizioni, altri che ne pretendevano diverse formulazioni (dei moduli ufficiali della regione!!!) mille ostacoli pratici causati dall’ignoranza e disorganizzazione (dove, chi, come si fa???). Occasionalmente superati dalla singola buona volontà di qualche rara perla di impiegati e funzionari volenterosi nonostante il marasma.
E poi la ricerca dei necessari certificati elettorali negli uffici elettorali… firme perse per mancanza di un timbro tondo. Certificati non concessi perché il richiedente non aveva l’autorizzazione di questo o di quello, ma invece l’avevo di questo o quest’altro…Nel mentre gli stessi uffici non rispettavano le direttive di o restare aperti o dare indicazione di reperibilità dei responsabili. Anche qui impiegati sensibili che surrogavano la mancanza di chiare direttive con la buona volontà e altri invece che avrei preso a calci.
Il comune di roma si lamenta delle affissioni selvagge e tuona al rispetto delle regole quando lui ha diramato la collocazione dei pannelli per le affissioni con gravissimo ritardo e poi non ha stabilito fino a 12 giorni dalle elezioni (!!!) quali erano gli spazi destinati alle varie liste. In pratica un “fate come cazzo vi pare” istituzionalizzato.
Il prefetto dirama ordinanze, concorda protocolli contro le affisioni abusive, per il rispetto degli spazi… che valgono come carta straccia. Tutti sporcano dovunque e le plancie per le affissioni sono un campo di battaglia. Multe? …poi a campagna finita faranno un bel provvedimento cumulativo lavacoscienza con ridicole sanzioni unatantum, come hanno fatto alle scorse elezioni. In perfetta logica salvamarrani a cui lo stato ormai appartiene. Non un manifesto staccato a spese del contravventore, come direbbe la legge. La legge? Un puro strumento di arbitrio, da applicare solo contro i deboli.
Ma tutto questo sono in fondo quisquilie. I giochi si fanno sui media: tv e giornali. Abbiamo denunciato tutto il denunciabile, compresa l’agcom che non vigila.  Diciamo al garante che siamo discriminati e citiamo i dati che sono a disposizione sul suo sito! Lui rigetta, perchè ci chiede di dirgli noi i nomi delle tv, delle trasmissioni, gli orari, chi c’era e chi non c’era… Ma che lo paghiamo a fare il garante? Cosa garantisce? A quanto pare la stabilità della sua poltrona e dei suoi emolumenti. Dice che noi siamo stati invitati come gli altri alle tribune elettorali negli spazi previsti. Gli spazi previsti. Il recinto dei pochi minuti. Gli altri stanno 24 ore su 24 nei tg, nelle trasmissioni di intrattenimento, nei talk show. Solo pochissimi media (da contare sulle dita di una mano, e con diffusioni da zero virgola) ci hanno dato una visibilità appena accettabile.
Con le nostre poche forze abbiamo parlato lo stesso ad alcune migliaia di cittadini. E quando parliamo aprono gli occhi. E cresciamo. Sentiamo che la nostra è l’unica vera proposta capace di cambiare la situazione. Per questo, per i servi dei potenti, NON DOBBIAMO esistere. AUTOGOVERNO. DEMOCRAZIA DIRETTA, SOVRANITA’ MONETARIA. Riprendiamoci tutte le sovranità. Riprendiamoci la dignità. Nessuno ci può salvare. Non esistono salvatori della patria, chi si presenta così è solo un buffone che cavalca lo scontento. Dobbiamo salvarci da noi. Non ci sono altre scelte. E se il popolo si sveglia non può essere sconfitto. Noi continueremo. Sappiatelo: NON MOLLEREMO. Anche se ci sentiamo come a mani nude contro i carri armati.
Feb 142013
 

Mille polemiche hanno segnato l’intervista di Pinzarotti trasmessa da servizio pubblico che sarebbe stata tagliata e montata in modo da farlo apparire incerto e contraddittorio. Io non l’ho vista. Ho visto però il video integrale.
Non voglio buttare fango su nessuno. Voglio ragionare.

In effetti pure dal video integrale io ne ho ricavato l’impressione come se sotto sotto dicesse : “Un conto è la campagna elettorale, un conto è poi la gestione concreta dei problemi”. Però il punto non è nemmeno questo.
Il punto è che la linea politica del M5S mostra qui proprio la sua maggiore fragilità, per la mancanza di coraggio nel proporre le soluzioni reali, che metterebbero in crisi l’assetto del sistema e si mantiene invece all’interno del solito schema dei “vincoli” che, appunto alla fine non si vuole mettere in discussione. E si capisce quindi perché alla fine della fiera “Grillo” sembra essere una pedina del solito “gioco delle parti”. Non funziona più destra-sinistra? Perchè troppi hanno ormai capito e allora ecco il gioco “politica-antipolitica”. Ma il livello di potere reale, delle banche, della finanza e della sovranità monetaria non viene messo in discussione.

Cosa dice Pinzarotti? Dice che certi interventi si possono fare solo se hai le leve a livello nazionale. (E fa l’esempio della rinuncia agli F35 per recuperare risorse).
Pinzarotti sposta a un livello superiore la soluzione. Ma se occupasse un poltrona a livello nazionale, allora dovrebbe dire le stesse cose visto che anche  lì esistono vincoli che vanno “oltre”.

Ma allora mi chiedo se ha capito qual’è il ruolo del signoraggio monetario delle banche centrali, se ha capito che non ci sono soluzioni positive per il popolo se non lo si mette in discussione. Ma la sovranità monetaria non sta nelle loro teste e nel loro programma.

Proprio tre giorni fa Grillo in un comizio a Lecce, ha detto che il M5S vuole la sovranità monetaria. Peccato che non ce ne sia menzione nei 20 punti del loro programma. Casaleggio deve avergli detto che c’è una quota di protesta che si dirige altrove proprio su questo punto. E voilà, che ci vuole, presto detto. Come in ogni partito-persona il capo si sveglia, ha una pensata, e via eccola che diventa linea politica per tutti. Allora lo dica anche a Pinzarotti, magari si accorgerà che i suoi discorsi sui vincoli potrebbero essere superati. E sì, perchè se fosse nel suo orizzonte potrebbe superare i vincoli, anche quello della moneta che pure sembra un vincolo, appunto internazionale.

Se si capisce il problema, si può trovare una soluzione anche a livello locale. Noi, di RETE DEI CITTADINI, questa soluzione la chiamiamo cambiale sociale. E’ uno strumento monetario, ma legalmente valido, utilizzabile anche all’interno degli attuali trattati e vincoli. Può essere emesso dal portatore, garantito dall’ente locale. Si può usare da subito e dargli valore indotto, cominciando col consentire di pagare le tasse locali con quello strumento, e quindi utilizzare anche per pagare almeno parte delle spese del bilancio locale, inducendone quindi l’uso anche per gli altri scambi di beni e ridare fiato agli scambi e all’economia in genere, almeno in parte svincolandola dal debito usuraio dei cravattari internazionali che occupano la BCE.