Sono arrivato la mattina alle 12 a san giovanni, destinazione del corteo che nel pomeriggio sarebbe partito da piazza repubblica.
Mi ha accolto un grande striscione con scritto “Lasciate ogni partito o voi che entrate“. Un po esagerato forse, ma simpatico. Trovo un centinaio di “indignati”, e mi sento subito un po’ come a casa mia. C’è un aria tutto sommato determinata ma non aggressiva. Sulle cancellate una serie di altri striscioni inneggiano alla democrazia, la democrazia diretta, contro la casta, contro la manovra e il debito pubblico accollato ai sudditi. Qualcuno altro arrivando appende altri manifesti e altri striscioni più o meno sullo stesso tenore e tutti senza simboli. Benchè io faccia parte di una organizzazione politica col suo simbolo, e nonostante che come scopo abbiamo quello di far riprendere ai cittadini la sovranità che è loro e non arrogarci la rappresentanza di alcuno, noi abbiamo fatto insieme a rete dei cittadini uno sriscione senza simboli, con scritto “voi non ci rappresentate, ora tocca a Noi“. Insieme ad altri amici dispiegamo lo striscione e lo appendiamo. Lo striscione viene generalmente apprezzato e il feeling è palpabile. Non avevo dubbi, ma la verifica è sempre importante. Si discute un pò sul fatto che non si vogliono bandiere di partito, io sostengo che forse l’accento va messo sul fatto che il loro aspetto negativo non è nell’essere partito, ma nell’essere macchine che raccolgono il consenso a vantaggio di pochi. Alle 13 e 15 il gruppetto di amici DD e di RETE DEI CITTADINI, e anche alcuni del Partito del Sud decidiamo di andare a piazza repubblica per fare il corteo.
Ci raggiungono anche altri amici e così non siamo più proprio quattro gatti. La piazza è piena di striscioni e bandiere di gruppi politici. Così anche noi tiriamo fuori lo striscione dei DD e di RDC. Ma sento che siamo quasi dei pesci fuor d’acqua. Il nostro striscione dice : “Democratici Diretti – ogni cittadino un membro del parlamento”. Noi portiamo il discorso della democrazia e della partecipazione diretta al governo, siamo pacifici ma attorno era un prevalere di slogan ritriti sulla lotta di classe di chi gridava o amplificava più forte. Noi avevamo solo le nostre voci. Così ci sistemiamo dietro a quelli dell’USB l’unione sindacati base. La piazza si riempie ma non si parte mai. Poi dopo una lunga attesa ci si comincia a muovere. C’è molta gente e quindi quando noi ci muoviamo, presumibilmente la testa del corteo è già a metà del percorso. Dopo un centinaio di metri non siamo ancora usciti dalla piazza che ci si blocca di nuovo. Molti si chiedono perchè. Dietro di noi un deficiente con uno dei tanti camion con amplificazione ci stringe. Mi viene volgia di rgliene quattro. Qualcuno suggerisce di scorrere sui bordi e andare davanti, ma secondo me il corteo è bloccato perchè ci sono dei casini. Come si sa, avevo ragione.
cmq decidiamo di provare, fatte alcune decine di metri è chiaro che il corteo non si muove proprio. Cerchiamo una fetta di corteo nel quale inserirci e aspettare. La troviamo. Poco dopo una del gruppo dietro a noi dice che dobbiamo rispettare “l’ordine stabilito per le posizioni nel corteo”. Mi chiedo stabilito da chi? comunque non ce ne importa poi molto e passano, dietro di loro ci stanno dei black bloc, o almeno sembrano tali. Inquadrati, tutti vestiti di nero, in cordoni e con cintura esterna di bandiere con aste corte alias bastoni, passamontagna, o kefia o altre cose per coprire la faccia. Si capisce anche dalla loro tensione che non sono lì per dire che la democrazia è di tutti. Più o meno gentilmente ci passano davanti anche loro. Se anche la maggioranza di quelli attorno non fosse d’accordo con quel tipo di presenza nessuno sarebbe realmente in grado di impedirla. La stragrande maggioranza è lì, per se stessa, e vaga disorganizzata, da un punto all’altro. I gruppi organizzati hanno chiaramente l’egemonia della situazione. Noi, DD organizzati per altro molto male, non siamo assolutamente in grado di marcare una presenza diversa. L’area dei dd si è spalmata su troppi fronti, san giovanni, piazza repubblica, pzza del popolo, dispersa nel corteo senza neanche riuscire a contattarci… Ho ricevuto le telefonate di diversi che ci chiedevano dove eravamo e non siamo neanche riusciti a metterci in contatto visivo.
Io mi sento ancor più un corpo estraneo. Non ho più voglia di partecipare a quel corteo. C’è molta gente ma l’egemonia del corteo è dei soliti gruppi antagonisti la cui prospettiva offerta per il futuro, se esiste, non la capisco. E quel poco che capisco non mi piace. Gruppi importanti come i precari della scuola, anche loro schiacciati e ridotti in un angolino del corteo. Ma come? Non dovrebbero essere loro i soggetti primi? Lo stesso per i sindacati di base, presenti in gran numero, ma in fondo messi ai margini del corteo. Dopo saprò che si sono quasi scontrati con i black bloc. Per un pò stiamo con loro, ma il nostro spezzone di corteo non riesce neanche a partire. E’ chiaro che questa manifestazione è diventata la manifestazione di quelli che volevano fare casini, e più o meno consapevolmente il risultato è stato zittire le altre forme di opposizione non caratterizzate per essere communiste, anzi e specialmente quelle non ideologicamente connotate nè a destra nè a sinistra. Ora certamente pzza san giovanni sarà sgomberata anche dagli indignati. Il nuovo, oggi, ha perso un occasione.
Questo dovrebbe insegnare al vero movimento alternativo (alternativo ai vecchi e nuovi prepotenti, ai vecchi e nuovi ideologismi, ai vecchi e nuovi prevaricatori del diritto ad autogovernarsi) che questi obiettivi non possono essere raggiunti senza organizzazione e coordinamento efficace. La democrazia non la puoi fare col solo spontaneismo, nè restando divisi e separati in tanti spezzoni (nel corteo, come nell’azione quotidiana).
Speriamo di imparare in fretta.
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Questi movimenti se vogliono ottenere qualcosa di buono devono capire che devono manifestare per sostenere una PROPOSTA. La protesta fine a sè stessa non può che essere sterile o perfino controproducente, come lo è stato in questo caso specifico.
Dici bene: è stata persa un’occasione. Nel peggiore dei modi.