Un seminario.
Data: 16 ottobre 2010
Luogo: Quartiere di San Salvario, Torino
Modalità: per relazioni
Durata: 270 minuti . 14.30 – 19.00
Numero relatori: 8
Numero partecipanti: 80 + (72 in platea e 8 relatori)
Tempo dedicato alle relazioni (prima e seconda passata: maggiore di 200 minuti
Tempo dedicato agli interventi di tutti i partecipanti: minore di 70 minuti
Uno non è che deve sempre chiedere la democrazia in ogni circostanza ma se vuole fondare un nuovo soggetto politico con tutti i partecipanti, bisognerà che si pensi a una organizzazione della discussione tra TUTTI i partecipanti di tipo diverso da quella del “seminario”.
Appena arrivato nella bella sede (ex casa del bagno pubblico) ho visto le sedie organizzate con lo schieramento classico: 8 o 10 sedie dietro a un lungo tavolo che fronteggia la platea… con le sedie del pubblico in ordinate file successive… Ogni volta l’immagine che mi sale alla mente è quella dei congressi sovietici che portavano ai massimi livelli questo concetto di distribuzione della collocazione fisica dei partecipanti.
Ora non è necessario stare in cerchio per poter comunicare l’un altro in maniera democratica, ma quella disposizione non lo favorisce e direi piuttosto che la ostacola.
Tuttavia, per un “seminario” inteso come un posto dove alcuni parlano a molti e i molti non possono parlare agli alcuni e nemmeno tra loro (a meno di essere maleducati che parlano mentre gli alcuni stanno relazionando o dibattendo) quella disposizione è perfetta.
Il punto è che un nuovo soggetto politico non può nascere da un seminario. Un seminario può certamente esserne seme. Anzi materiale genomico. Perché è proprio il seme che deve essere costruito insieme. Dice: è ovvio che non può nascere da un seminario, bisogna avere pazienza e costruire.
Aspetto a questo punto di vedere le prossime puntate. Il mio non è un giudizio “negativo”. Non mi tiro indietro. Semplicemente desidererei un processo più consapevole. Anche nei seminari. Non dovrebbero essere i “seminati” a doverlo ricordare ai “seminatori”.
E vorrei non dover dipendere dagli alcuni.
Speriamo che gli alcuni si rendano rapidamente non necessari, ma utili. Per ora più che altro direi che sono inevitabili.
Pino condivido fortemente ciò che dici.
E’ bello trovare ancora qualcuno attento anche a questi momenti.
Mi scuso ma non trovo più l’e-mail con il tuo numero, potresti chiamarmi tu al cellulare xxxxxxxxx
Grazie di nuovo
Piero