Non so perchè devo scrivere questo.
<Su quale carro può essere trasportata la parola se non c’è la strada su cui il carro può andare?>
Mi sento così, spesso, intimamente.
Rinchiuso in una sorta di gabbia-monade.
Non sto male con me stesso. Ci convivo e spesso persino mi diverto.
Ma mi trovo a cercare carri, in un sacco di posti.
Nei rapporti politici, pure.
Nelle relazioni di amore.
Mi piacerebbe che intorno a me le persone fossero serene e che a loro piacesse scoprire le infinite varietà della vita e dell’esistenza, e anche, ed ecco il nodo, avessimo piacere a raccontarci e comunicarci ciò che abbiamo visto e sentito.
Ma quante vite ci vorrebbero?
Tuttavia il problema non è del numero di vite necessarie a godersi la varietà delle costanze.
La sola possibilità di comunicazione reale, è data dalla possibilità che la struttura delle cose che si vogliono comunicare sia in qualche modo similmente rappresentata nella struttura dell’altro a cui “comunichiamo”.
Il come quella struttura si sia creata e sia concretamente realizzata non è quello che qui mi interessa.
Dic 112023