Il processo di aggregazione delle mille istanze di base, condannate da sempre all’esclusione dal potere legislativo, è attraversato da mille fibrillazioni. L’ultima ha visto in forse anche l’appuntamento del 9-10 aprile, naturale prosecuzione di un cammino cominciato mesi fa e di cui l’ultima tappa è stata a roma il 27 marzo.
Tutti i coinvolti in questo processo sentono che c’è bisogno di un nuovo percorso, ma molti non riescono ancora ad abbandonare le vecchie concezioni che riconducono in qualche modo sempre alla forma partito. La discussione se orizzontale-circolare o verticale-piramidale è fondamentale. Ma il rischio è che si perda di vista l’obbiettivo reale. La ricerca della specificità nella costruzione di un nuovo soggetto poltico (?) rischia piuttosto di condurre alla nascita di ennesimi piccoli partiti, facendo fare un passo indietro pericoloso. Qualcuno, dopo aver detto giustamente no al centralismo e liderismo, poi giustamente no alle alleanze coi resti della casta, adesso dice che non bisogna andare nemmeno a Bologna per dire no al verticismo e al personalismo . Ma poi produce senza nessun feedback già produce proposte che conducono appunto alla costruzione di un altro soggetto dalla identità forte, dove soprattutto ancora una volta, anche se in piccolo, si rischia di riprodurre gli stessi elementi deleteri del personalismo e dell’esclusione.
Io non lo so, cosa sia avvenuto in questi ultimi 10 giorni. E questo è un altro dei problemi. Ancora la mancanza di trasparenza e di metodo che porta a evolvere le situazioni sulla base delle scelte e delle paturnie di pochi, forse ancora attardati a fare giochetti. In questi mesi io avevo visto altre facce e sentito altre idee. Se è vero che bisogna dividersi allora ciò va fatto con lucidità e mettendo bene in chiaro le ragioni politiche e non sull base di equivoci creati ad arte per acquisire supposte rendite di posizione.
Quindi vado a Bologna. Perchè comunque è vero che c’è bisogno di chiarire fino in fondo.
Vorrei far arrivare il messaggio che al di là della costruzione di un nuovo soggetto politico, anche ammesso di costruirlo, rimane sempre aperta la questione della costruzione di una lista per le elezioni politiche capace di dare voce e sovranità a tutte le istanze inascoltate del movimento: Questa necessità va oltre ogni singolo nuovo soggetto politico che si riesca a coagulare. Nessuna partecipazione elettorale con un minimo di speranza di successo può essere portata aventi isoltamente da nessun nuovo “soggetto politico” che si proponga di dare potere di scelta ai cittadini. Non oggi. Eppure le elezioni possono essere domani. E ben che vada un anno per noi sarebbe appena sufficiente, per crescere tanto, tutti insieme, da conquistare qualche seggio.
Quindi è fondamentale per me discutere di questo.
Ripeto: anche facessimo oggi il nuovo soggetto politico anche senza una ulteriore frammentazione avremmo il problema delle elezioni e di una lista elettorale comune.
Ma è importante anche fare chiarezza che questa lista elettorale, se vuole avere senso e marcare una reale diversità dal già tristemente noto, deve cambiare radicalmente il rapporto tra eletti ed elettori.
Da sempre il problema dei movimenti , ma anche dei singoli cittadini, è la perdita di controllo sulla rappresentanza politica.
Il modello della lista partecipata, con l’impegno del candidato a votare secondo la volontà di chi lo ha sostenuto ed eletto, è il vero cambiamento. E necessario.
Le regole proposte dal modello poi, aiuterebbero a risolvere problemi come il simbolo, il nome, il programma…
Perchè molto semplicemente si partecipa come cittadini, e le decisioni vengono prese a maggioranza da questi cittadini.
questa è semplicemente la proposta di applicare la … democrazia per decidere delle questioni di cui sopra.
oltre che dei candidati dei capilista ecc.
Quindi chi ha più filo tesserà. Semplicemente.
potrei tradurlo in: Chi ha paura della democrazia?
Se si accettano le regole democratiche proposte sul rapporto tra eletti ed elettori e sulla gestione interna, io sono pronto ad accettare qualsiasi simbolo, qualsiasi nome e qualsiasi programma (che tra l’altro ci vede già fortemente omogenei…. ma non del tutto).
Questa proposta, che non insiste sulla formazione del nuovo soggetto politico, ma sposta l’attenzione e le energie sulla creazione di una lista partecipata nezionale, potrebbe mettere insieme anche altri gruppi che magari hanno sensibilità e un modo di pensare l’organizazzione interna diversa dal nostro, Nonchè le miriadi di gruppi ch magari di fronte alla proposta di fondare un nuovo soggetto poltico si tirano indietro, sia che la faccia uniti e diversi, sia che la facciamo noi, o altri ancora. Non so se lo saranno mai, certamente OGGI i itempi non sono ancora maturi per questo,
Tra l’altro non è detto nemmeno che il nuovo soggetto politico debba avere la forma di uno strumento identitario unico, Forse la soluzione sta in qualcosa che piuttosto salvaguardi la biodiversità politica:
E tuttavia il problema concreto delle elezioni (unico vero momento in cui si può incidere sull’assetto del potere nelle istituizioni, rimane:
Dobbiamo concentrarci su questo.
L’alternativa, secondo me è, ancora una volta l’inevitabile ordine sparso e la diluizione di tutte le tematiche ecologiste, civiche, riformatrici ecc dentro i sempiterni schieramenti, o la impotenza dell’astensione.