Apr 042007
 

In una recente intervista al corriere della sera il Ministro Vannino Chiti illustra la sua proposta sulla legge elettorale. Infatti pare raccolga ampi consensi tra la maggioranza e possibilismi nelle fila dell’opposizione. Miracolo?
Tra le dichiarazioni di Chiti spicca quella secondo la quale il referendum sarebbe uno strumento inadeguato.
Cosa intende il ministro? Intende dire che il risultato del referendum potrebbe non piacere? O si intende dire tout-court che il popolo non si deve impicciare?
Ma forse il ministro intende dire che il popolo non può stabilire una legge, armonicamente nuova, con lo strumento del referendum abrogativo, a colpi di cancellazioni e tagli del testo originale attuale?

E se così è, cosa aspetta il democratico centro sinistra a correggere questa assurdità? Quali i progetti per sviluppare e ampliare la democrazia? Dove stanno le proposte del suo Ministro delle Riforme che consentano e stimolino la sbandierata partecipazione? Quando, finalmente, i cittadini potranno avere la possibilità di dire la loro senza museruola? Quando avremo mai il referendum di iniziativa o propositivo-approvativo?

Certo dopo ci sarebbe il “rischio” che il popolo possa scegliere una legge a vantaggio di tutti i cittadini e non a vantaggio dei partiti.

E le preferenze? La possibilità di scegliere tra i vari candidati?
Chiti, lapidario emette la sentenza:
«La gran parte delle forze politiche ha detto no. A me pare che questo pacchetto, riforma elettorale e tre leggi costituzionali, possa funzionare».

Per chi funziona?
Dice Chiti che la sua proposta «è un proporzionale corretto, con premio di maggioranza e la possibilità per i cittadini di scegliersi coalizione e rappresentanti».

Scegliersi i rappresentanti votando le differenti liste ma senza poter determinare chi verrà eletto al suo interno? Ministro Chiti, vogliamo per una volta rispettare, se non la volontà di chi vi ha eletti, almeno il senso del pudore?

(*) pubblicato su democraticidiretti.org

 Posted by at 10:47

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