Mar 242010
 

La prima domanda che ci viene fatta dai giornalisti (quando bontà loro si degnano di notare che esistiamo) è : dove vi collocate? Siete a destra o siete a sinistra?

La prima volta che me la sono sentita rivolgere è stato alle 8 e trenta del mattino, davanti alla corte d’Appello in attesa degli amici con i pacchi delle firme e la documentazione da consegnare alla cancelleria.

Alla mia risposta di “nè di destra nè di sinistra”, il giornalista con un lampo di genio incalzò: “siete di centro!”. Provai a scuotere le sue certezze rispondendo nè di destra, nè di sinistra, nè centro. Lui non si diede per vinto: “Ma su, via, alla fine tutti si schierano; qualcuno poi dovrete appoggiare, voi dove vi mettete?”. Risposi che noi stavamo definendo una nuova entità dello spazio-politico. E che quindi ci mettevamo in alto. E la discussione finì lì, con l’impressione che il giornalista, protervo, pensasse che solo non ci volevamo “sbottonare”. L’arrivo degli amici, lo salvò dalla concione che mi apprestavo a erogargli, e che non risparmierò a voi.

Questa continua forzatura nel volerci incasellare da qualche parte, mostra l’intensità del condizionamento mentale cui ci hanno sottoposto da decenni. Oserei dire da sempre. E, forse, e dico forse, una volta, aveva anche ragion d’essere.

Di questo condizionamento sembrano soffrire specialmente quelli che proprio si identificano nella destra e nella sinistra, e ancor più in chi si dichiara fascista o comunista. A volte questo si traduce bell’identificarci col “nemico” della parte avversa. Qualche volta nel compagno o camerata, magari un pò diverso e “immaturo”, e che deve essere educato alla giusta linea.

Ogni cittadino e ogni forza politica è libero di dare le proprie interpretazioni, anche le più fantasiose, di quello che è la Rete Dei Cittadini, delle sue posizioni politiche e della sua collocazione  (destra, sinistra, centro…).

Ma la prima delle novità che noi rappresentiamo è proprio il fatto che noi abbiamo rinunciato alle appartenenze ideologiche per dare valore alla coscienza e giudizio individuale.

La Rete Dei Cittadini non si fa ingabbiare sotto nessuna di quelle etichette. Noi siamo aperti alla partecipazione e collaborazione di chiunque, venga come CITTADINO. Questa è l’unica connotazione che richiediamo e sosteniamo. Come cittadini rifiutiamo il logoro gioco delle appartenenze. Sono trappole per conculcare la nostra prerogativa di cittadino, membri del popolo cui spetta la sovranità. Sovranità che finalmente noi tutti vogliamo praticare e non subire. Noi siamo individui, politicamente e mentalmente liberi da bandiere ideologiche.

L’unica appartenenza che nella RDC riconosciamo è l’essere democratici. Democratici senza se e senza ma. Per questo non possiamo, come gruppo politico, guardare a (o tanto meno collaborare con) nessuno degli schieramenti esistenti e non guardiamo a nessuna delle forze poiltiche esistenti che non riconoscano al cittadino il diritto all’autogoverno, al di là delle sue convinzioni politiche, religiose, filosofiche, qualunque esse siano.

Siamo stufi di dover votare col naso turato. Per poi essere totalmente dimenticati. Vogliamo contare sempre. Vogliamo scegliere come votare sulle singole leggi, come individui. Che hanno a volte anche idee diverse e quindi anche vogliono esprimere un voto diverso.

Non deleghiamo a nessuno la nostra coscienza e il nostro indivduale giudizio su nessuna questione.

Noi abbiamo trovato come realizzare questo. Sappiano i cittadini che voteranno la Rete:

1) che i nostri candidati sono interpretati come strumenti per esprimere la volontà dei cittadini che la sostengono e per ampliare al massimo la trasparenza delle istituzioni riportando a tutti i cittadini (sostenitori e no) tutto ciò che sarà a loro noto.

2) che i cittadini sostenitori della Rete dei Cittadini decideranno ogni volta quale dovrà essere il voto espresso dal loro rappresentante, su ogni questione all’odg. Ogni volta che sarà possibile.

3) che i rappresentanti della RDC esprimeranno  le loro posizioni e voti in conformità e in proporzione alla diverse posizioni presenti nella rete
E i cittadini sostenitori della Rete, lo faranno via internet e con assemblee periodiche.

Invito, tutti i cittadini che vogliono riprendersi il diritto di decidere non solo alle elezioni ma durante tutto l’arco della legislatura ad aderire esplicitamente alla Rete Dei Cittadini. Oggi è possibile iscriversi con poche formalità. Dopo le elezioni, per evitare l’assalto di possibili truppe cammellate e infiltrazioni, ciò sarà possibile dopo adeguate verifiche e col consenso di chi ne è già parte.

Non ci interessano comunismo e fascismo. Chi viene con noi può anche autodefinirsi comunista o fascista o quello che gli pare. A noi interessa che dichiari di accettare le regole democratiche del nostro statuto. E che le rispetti. Allora sarà accolto come cittadino tra cittadini, senza altri aggettivi.

  5 Responses to “Siete di destra o di sinistra? Lo strano oggetto della Rete dei Cittadini.”

  1. pino che dire, si può aggiungere qualcosa ma nella sostanza sono d’accordo su utto e soprattutto su due aspetti: la prima, l’ironia che metti nel dire le cose, e la seconda la consapevolezza di crederci e l’amore del tempo che dedichi a scrivere queste “pietre sociali” che consentono a tutti noi a riflettere sull’unica questione che ci distingue da tutti gli altri. Io ne ho a cuore anche altre che sono la dignità del cittadino e la questione morale verso coloro che hanno delegato. Su questo non transigerei mai.

  2. Intanto vi faccio i miei sinceri complimenti e auguri per l’impegno che state portando avanti.
    Dopo di ciò, una piccola critica che vuole essere costruttiva: trovo vi sia una discrepanza che non è semplicemente formale nella impostazione che vi siete dati.
    Mi spiego: ad un certo punto dite” abbiamo rinunciato alle appartenenze ideologiche per dare valore alla coscienza e giudizio individuale” e poi dall’altro versante tutti i punti 1 – 2 – 3 – descrivono i modi di far diventare quel famoso individuo con “coscienza e giudizio” un semplice “strumento” dei deleganti.
    Giusto per dare un esempio da seguire nella riflessione:i membri di una giuria popolare pur rappresentando perfettamente tutta la società, sono tenuti nella più totale libertà di giudizio e lontani da pressioni esterne.
    E qui sta il valore sia della partecipazione non condizionata del singolo, sia dell’insieme che difende e rappresenta non le possibili pressioni di parti, ma di tutto l’insieme sociale.
    Per il resto tutto ok.
    ciao.

  3. questo che dici è interessante, però noi qui non aprliamo del potere giudiziario. In effetti questo aspetto è semplicemente poco trattato. Per ora mi limito a dire che penso che le giurie dovrebbero essere determinate con criteri misti, da una parte selezionando (magari anche con il voto alcune delle funzioni tra tutti candidati dotati di competenze tecniche e dall’altra determonando la giuria semplicemente estraendo a sorte tra i citatdini….
    Ma ci tornerò sopra di sicuro a breve, per ora, grazie del tuo commento.

  4. Non di destra, non di sinistra, non di centro, ma in alto…poi nasceranno ancora, in alto a destra, in alto a sinistra, in alto al centro, in alto sopra e così via.
    Gruppi, gruppi, gruppi e soltanto gruppi, sempre di più, sempre più numerosi e tutti nascono con la buona intenzione di raccogliersi intorno alle idee concrete e non più a sostegno delle ideologie a cui i partiti tradizionali hanno sempre fatto riferimento.
    Sotto questa nuova spinta politico-culturale, secondo cui la “Democrazia” la si può affermare solo se nascere dal basso, stanno formandosi tanti nuovi gruppi politici che per mettere in pratica le loro idee cercheranno di conquistare uno spazio nelle istituzioni come sta facendo il Movimento 5 Stelle nato proprio per porsi in contrasto con il sistema corruttivo-partitico.
    Ma anche i partiti non dormono e visto che le ideologie si stanno sgretolando hanno cominciato a proporsi come “il nuovo che intende muoversi dal basso, stando dalla parte dei cittadini (vedi IDV)” e prende le distanze dai principi ideologici per conquistare ed abbracciare consensi anche tra gli elettori diversamente schierati.
    Tutta questa premessa per dire cosa?
    Intanto per affermare il principio secondo cui le ideologie erano e lo saranno ancora per poco, solo un pretesto dei partiti per conquistare il “potere” ed ora che si è capito che con le ideologie “non si marcia” perché non hanno alcuna influenza ne attinenza con i problemi reali della vita quotidiana, ecco che si trasformano e si propongono con le stesse finalità dei movimenti, ma…con lo scopo preciso di non perdere “il potere” conquistato, semmai aumentarlo.
    Poi per dire che, se un gruppo o un movimento intende affermare e dar voce alle idee politiche, deve mirare a conquistarsi uno spazio nel contesto istituzionale (nel potere) per cui deve attenersi alle regole ed alle modalità usate dai partiti e quindi la differenza tra un gruppo di partito ed un gruppo di movimento civico, sarebbe soltanto teorica nelle intenzioni, ma non nella pratica della realtà istituzionale.
    La differenza dei “contenuti e delle intenzioni” non è sufficiente ad impedire che nelle file dei “movimenti sani” si insinuino e si annidino soggetti (mele marce in mele sane), anche con pregi carismatici, “apparentemente” onesti e sinceri, ma che una volta riusciti a sedere su una “poltrona” eccoli dar sfogo alle loro ambizioni parassite ( http://marcoturco.jimdo.com/la-corruzione/ ).
    Chi ci garantisce che non accada esattamente quanto si è verificato con i “partiti” ? forse Di Pietro o Beppe Grillo?,… e quando questi non ci saranno più?!
    Chi provvederà a garantire le regole di legalità e di trasparenza da loro imposte?
    Come reagiranno gli ambiziosi infiltrati difronte ad una somma appetibile di denaro offerto solo per dare un voto pro o contro una legge o mozione, in modo da favorire il potentato di turno?
    E poi, saranno i soggetti corrotti, sempre segnalati e denunciati dagli altri colleghi di gruppo o questi taceranno per godere le stesse opportunità usando il compromesso del silenzio??

    Per evitare che “gruppi” formatisi dalla condivisioni di “buone idee” possano (come è successo ai partiti) degenerare e perseguire propri interessi di potere, personali o di “gruppo”; le posizioni politiche “dovrebbero” essere raggiungibili “dal consenso diretto dei cittadini del proprio territorio di residenza”, in tal caso ciascun esponente politico risponderebbe direttamente alla propria collettività territoriale, ovvero alla propria circoscrizionale, ovvero al gruppo sociale “naturale” a cui ciascuno di noi appartiene dal momento stesso in cui abbiamo scelto il luogo dove stabilire la nostra dimora e residenza, praticamente si sta parlando del “gruppo dei cittadini” gli stessi (sovrani) a cui si devono rivolgere e finalizzare gli interessi della politica ed in tal caso ogni forma corruttiva sarebbe debellata dal controllo diretto dei cittadini a livello locale, comunale, regionale e nazionale senza il filtro di partiti, movimenti, liste civiche, associazioni e gruppi vari di qualsiasi genere che non sia quello “naturale territoriale”.
    Per chi sia interessato ad un modello politico di “Democrazia Diretta” reale e non si accontenta di una “partitocrazia o movimentocrazia democratica” è invitato a leggere le riflessioni ed i proponimenti al seguente sito: http://marcoturco.jimdo.com/la-sovranit%C3%A0/

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