DD = Democrazia Diretta, ovvero potere esercitato direttamente da cittadini senza intermediazioni
DR = Democrazia Rappresentativa, ovvero potere delegato dai cittadini ai rappresentanti
questa è la visione “classica” della situazione.
Ma io la ritengo non corretta. Dico proprio dal punto di vista teorico e dal punto di vista della sostanza.
Quelle equazioni sopra riportate sono frutto di una interpretazione dominante comune, o di un luogo comune, ma, se si analizza bene cosa sta alla base dei concetti di DD, DR e D si può vedere che le cose non stanno proprio così.
Per esempio l’idea che DD significhi “potere esercitato senza intermediazioni”, è semplicemente sbagliata. Falsa. Infatti non è possibile nessuna espressione di volontà, e ancor meno uso del potere “senza intermediazioni”.
Leggasi in merito questo: http://www.pinostrano.it/blog/delega-e-dd-cosa-significa-laggettivo-diretta/
Comunemente la nostra si ritiene una DR. Ma non è così. Infatti un sistema istituzionale dove i governanti non possono essere cambiati quando anche l’intero popolo non li vuole più, semplicemente non è una democrazia. perché la caratteristica di “potere del popolo” in realtà non è più attiva, è sospesa. Nè la sua attivazione dipende più dal popolo. Per farlo bisogna aspettare 5 anni, che piaccia o no. nel frattempo i governanti possono stravolgere ogni cosa dello stato, rubarsi i tuoi e i miei soldi, depenalizzare questo o quel reato da loro commesso, al limite che non vanno in galera neanche se uccidono tua moglie e i tuoi bambini etc etc… Un sistema istituzionale che non prevede la possibilità di cambiare le leggi fatte dai governanti, neanche se l’intero popolo lo volesse, non è una democrazia. La nostra DR in realtà si è giocata la D, poiché non prevede alcun mezzo attraverso il quale i cittadini possano su propria iniziativa modificare la delega e/o le decisioni dei delegati.
La nostra, cosidetta “democrazia rappresentativa”, è in realtà semplicemente una Oligarchia Elettiva. E l’unico momento in cui i cittadini possono avere una possibilità di cambiare le cose, senza impugnare i fucili, è il giorno delle elezioni. Ma il fatto che si voti non significa affatto che il sistema nel suo complesso sia democratico. Se l’unica cosa che puoi fare è votare chi deve essere il tiranno, tutto si può dire, tranne che quello sia un sistema democratico.
La rappresentanza, o la delega è uno dei poteri che si possono esercitare. Come sovrano posso fare del mio potere ciò che voglio, compreso cederlo a qualcun altro se mi viene comodo, ma che sovrano sarei se non potessi riprenderlo non appena lo volessi? Quella sarebbe stata allora CESSIONE di sovranità. E questo è quello che ci accade con il voto, che esprime l’OBBLIGO di cedere la propria sovranità ai principi elettivi a lunga durata (i 5 anni della legislatura).
In democrazia (diretta) la delega non è CESSIONE di sovranità. perché, idealmente, in ogni momento io devo poter recuperare il potere ceduto. Il referendum deliberativo rappresenta quindi il livello MINIMO che deve esistere per poter dire che un sistema è democratico, Rappresenta quel mezzo, almeno uno, che il popolo deve poter avere per ritornare sovrano senza chiedere il permesso ai governanti.
Non tutte le democrazie (che hanno almeno il livello minimo per potersi definire tali) sono uguali. Una democrazia può essere migliore (o più estesa) di un altra se i mezzi attraverso i quali il cittadino può esercitare la propria sovranità sono molteplici e flessibili e non costringono chi non volesse delegare mai a doverlo comunque fare. Per questo la democrazia (diretta) è una idea progressiva, non uno STATO da raggiungere una volta per tutte.
Tuttavia anche avendo tutti i mezzi per esercitare in ogni momento il potere di governare, se io, cittadino sovrano lo voglio fare, devo poter essere libero di delegare. Ovviamente senza mai perderne totalmente il controllo (quindi in forma sempre revocabile solo che lo voglia). Ma se per ipotesi io non lo volessi riprendere se non ogni cinque anni, e se per ipotesi anche tutti gli altri membri del popolo non lo volessero riprendere se non ogni cinque anni, ebbene allora avremmo un sistema “simile” all’attuale. per questo dico che la DR è in realtà un caso particolare di DD.
La democrazia diretta CONTIENE come possibilità la democrazia rappresentativa.
Quindi tutt’altro che dd “complemento” della dr. Quando si dice che il referendum di iniziativa e deliberativo (che spesso è tutto quello che si intende per democrazia diretta) è complemento della DR, si sta dicendo qualcosa di fuorviante, come se DD e DR fossero due forme qualitativamente differenti di democrazia. Se è vera DR, dove la delega non è cessione di sovranità, ma utile strumento, allora parliamo solo di diversa intensità di uso della delega. E così, Il referendum di iniziativa deliberativo, è semplicemente la CONDIZIONE MINIMA per cui una democrazia si possa definire tale. Lo strumento attraverso cui il cittadino ritorna padrone del potere che ha delegato. Senza questo minimo, la cosiddetta democrazia rappresentativa con l’obbligo della cessione a un rappresentante eletto, non è affatto democrazia, ma pura oligarchia.
E la democrazia diretta, se proprio vogliamo usare l’aggettivo diretta, dovrebbe piuttosto indicare un sistema democratico che tende costantemente a ridurre al minimo gli ostacoli per l’esercizio esteso della sovranità da parte di ogni singolo cittadino.