Dic 182012
 

Su facebook è nato un gruppo chiamato:

Ce lo chiede l’europa? Invece di andare a votare: USCIAMO DALL’EURO-TRUFFA!!

L’ammnistratore del gruppo nella presentazione chiede: “Siamo populisti?”
Quello che segue è il mio commento.

No affatto. Però dimmi: dov’è la porta per uscire dall’europa?
Di là? O di qua?
Dilà? O perbacco! ma di là c’è il parlamento! Se non conquistiamo la rappresentanza politica, che è nostra, non usciamo da nessuna parte. E ancora più difficile: perchè la dobbiamo conquistare mandando rappresentanti veri, che funzionino come delegati democratici diretti veri, che rispettino i patti, ma che in ogni caso, come cittadini, dobbiamo tenere per le palle.

Non ci piace questa via? Non vuoi votare? Ok. Allora andiamo di qua. Acc.. ma di qua significa esautorare il parlamento, superarlo nei fatti, meglio se lo distruggiamo proprio, instaurare un governo rivoluzionario,… anche questo è possibile, ma siamo pronti a lacrime e sangue (più che altro nostro)? E soprattutto che ci mettiamo al posto di quel parlamento che distruggiamo? Si può fare, ma bisogna saperlo PRIMA di distruggere il vecchio. Se no è dejà vu: forche e ghigliottine per cambaire solo quelli che ci comandano…Ahh…, ma forse tu dicevi nessuna delle due. Dobbiamo spaventare i governanti che così faranno quello che gli diciamo…. beh allora vai avanti tu che a me viene da ridere.

In ogni caso l’obbiettivo della riconquista della sovranità monetaria è FONDAMENTALE. e hai ragione a metterci l’accento, però … riflettiamo,
non diamo il culo gratis.

Feb 052012
 

Il governo dell’ipnotista Monti procede. Il suo arrivo era stato salutato quasi positivamente persino da numerose voci dei movimenti di base , perché liberatorio dal regime di Berlusconi. Ancora una volta l’attenzione concentrata sulla persona e non sulle politiche e ancor meno sui metodi, ha annebbiato la vista.

Prima di Monti era chiaro che questa classe politica dominante era alla frutta. Ancor più della loro concrete scelte politiche si disprezzava il loro atteggiamento di protervia, di abuso di potere, il distacco totale dai bisogni dei cittadini.

Paradossalmente questo distacco invece di condurre a una profonda modifica del rapporto tra rappresentanti e cittadini ha condotto a sancirne la totale separazione: il governo dei tecnici. Non eletti da nessuno e al supposto servizio di interessi collettivi superiori, la cui opera è però valutata non dai cittadini ma dai “mercati”. Non c’è bisogno di essere complottisti per capire chi guida questo governo, quando la misura di ciò che fa è dichiaratamente l’andamento dello spread e della borsa.

Ma Monti e i padroni della finanza mondiale fanno il loro mestiere. Quello che mi preoccupa è l’incapacità del movimento di produrre una strategia che possa contrastare oggi e superare in prospettiva le radici del male. Perché, purtroppo, pochi le hanno correttamente individuate. Continue reading »

Nov 052010
 

Io non ho niente in contrario, non avrei alcun problema a fare parte di una organizzazione politica che ovviamente avendo uno statuto dd, si chiamasse “Democrazia Diretta e Sovranità Monetaria”.

Come per altro molti altri nomi: “Per il bene comune”, “Sovranità Popolare”, “Rete dei Cittadini”, “Lista Partecipata”, “Officina Democrazia”, persino PRIMIT, o Partito DD Socialista, o dd Fascista… però ho diritto anche io alle mie preferenze.
E alcuni nomi mi sembrano più giusti di altri.

Perciò se mai un membro dei Democratici Diretti dovesse proporre di chiamarci “Democrazia Diretta e Sovranità Monetaria”, per quanto mi riguarda riconoscerei la consonanza dei termini usati. Inoltre potrei “markettaramente” intravedere la motivazione che il termine “Sovranità Monetaria” ha una notevole diffusione tra gli esterni ai partiti noti, (e così anche quelli che non sono dd magari potrebbero prenderci in considerazione per il loro voto). Tuttavia io non voterei a favore di cambiarlo. Ma non mi sentirei così manchevole o eccedente di qualcosa, nel caso tale proposta fosse approvata.

D’altra parte ho la definitiva determinazione a usare tutto il potere politico che riusciamo a riprenderci per combattere il signoraggio privato.

Insomma è il mio primo punto del “programma” personale relativo al potere economico e di sicuro lo vorrei come primo punto di un programma o di decisioni da prendere per una lista basata sui principi della dd. (1)

Detto quanto sopra, se qualcuno non dovesse partecipare perchè non si garantisce questo o quello, oltre che la ricerca rigorosa della democrazia diretta, allora qualcosa non va…
o della nostra comunicazione e/o nella idea di democrazia che c’è nelle teste di chi vuole “garanzie”, “sicurezze”… sui specifici obiettivi, per quanto fondamentali e prioritari possano essere.

Evitare la piramide delle esclusioni.

Se si ritiene/richiede che qualcosa venga inserito come pietra fondante, e quindi la più largamente condivisa (idealmente dall’unanimità), il risultato, di solito, è l’inserimento di un altro criterio di esclusione o di sè stessi (andandosene qualora la maggioranza in quel momento non fosse a favore), o l’esclusione degli altri (espellendo chi non si adegua o assistendo all’andata via degli autoescludentisi).

Perciò i “paletti” fondanti devono essere pochi.

Se poi si dice che la democrazia è una cosa buona perchè è l’unico mezzo con cui si può veramente realizzare il proprio obiettivo specifico più o meno di vasta portata (signoraggio, ….) ma che però la democrazia da sola non basta, allora bisogna riconoscere che se la democrazia non è il fine ultimo è tuttavia il mezzo politico necessario.

Se non è così, beh allora forse abbiamo idee diverse di cos’è la democrazia, perchè la democrazia appartiene ugualmente anche a quelli che non vogliono lo stesso obiettivo nostro, i quali riconoscono anche essi che appartiene non solo a loro ma anche ugualmente a noi.

Qui sta per me l’essenza della democrazia. Per vincere democraticamente occorre che la maggioranza degli italiani vogliano vincere. Dove vincere sta per riprendersi la sovranità politica di tutta la res publica.

Un altro punto per cui sono contro la rigidità di obiettivi non di metodo democratico, è che le rigidità maggiori di una sono alla base della loro crescita, La rigidità degli schemi mentali è una delle basi del controllo inevitabilmente utilizzato piramidalmente. Il contrario della piramide non è la piramide rovesciata, anche se come significante funziona.
E poi la piramide poverina non ha colpa. Anzi la piramide ha preziose virtù. E’ il potere la questione. Non la forma geometrica.

La dicotomia piramide-piramiderovesciata si rappresenta meglio forse con la coppia verticalità-orizzonatalità.
Forse anche con privilegi-pari opportunità. E si può continuare.

La cosa sicura è non imporre altro più che il metodo.
Appunto quello costituito dal seguire un metodo democratico (diretto).

Se invece riconosciamo il valore di metodo basale della democrazia diretta, ma tuttavia riteniamo una certa altra cosa così importante, essenziale, perchè pretendere che la debbano sposare tutti come fosse un metodo, se non lo è? L’importante è che quella cosa sia votata e si faccia. E per farla basta un metodo democratico e una maggioranza semplice. Perchè pretendere che sia messa alla base tanto da renderla dipendente dalla adesione a quella da parte di tutti?

E alla fine interrogarsi.
Ma veramente sono disposto a correre il rischio della democrazia?

(1)Cosa siano i principi dd per me, lo trovate descritto nello statuto dei DD.