Ecco, questo è il mondo che io immagino come posto felice.
Dove si ha il tempo, e il contesto, per occuparsi di cose inutili, solo perchè sono belle.
Ovvio che ognuno ha il suo concetto di bello ma l’arte, in tutte le sue forme, è sicuramente la cosa più inutile del mondo. Particolarmente la poesia.
Parlo da economista “produttivista”. Particolarmente di quella parte degli economisti che valutano, persino con il PIL (prodotto interno lordo), la vita.
Usando i simboli econometrici si verifica che la poesia è tra le cose più inutili.
Tutti possono praticarla, quasi tutti l’hanno praticata, pochissimi riescono a campare producendo poesie.
Ma, есть нюансы, ci sono delle sfumature. Apparenti dettagli o, addirittura, anche presupposti discutibili.
Il bello è soggettivo.
Tutto è soggettivo.
Ma esiste un oggettivo che pur essendo soggettivo, ti accorgi che è condiviso, o condivisibile.
C’è un senso generale delle cose. Vale per il negativo (come quando questo senso comune conduce a risutati soggettivamente inaccettabili, tipo la vaccinazione richiesta di massa per un diserbante). Ma vale anche per il positivo.
Ribadisco.
Una società dove si possono fare cose inutili ma belle, presuppone un contesto di possibilità di espressione e risorse ampie.
E vorrei questo tipo di società, che credo possibile con la crescita del numero di persone che si riconoscono reciprocamente, pariteticamente, il diritto di decidere delle sorti comuni.
Praticamente chi ha preso il diserbante, dopo un primo aumento di rischio più forte (gli effetti a breve termine), nel lungo periodo ha aumentato la probabilità di morire del 15,2%.
Ora, o arrestano chi ha fatto queste ricerche, o mettono sotto inchiesta (e magari anche arrestano) chi ha usato il suo potere per ottenere questo.