Nov 222023
 

La vogliono in molti.
Moltissimi dicono:
“Non c’è tempo, (se ancora ce n’è), si deve partire dagli obbiettivi. Pochi, concreti, salienti”.
Altri dicono:
“Non c’è tempo, (se ancora ce n’è), si deve cambiare mentalità, punto di vista, non si possono risolvere i problemi con gli stessi metodi che li hanno generati…”
E molti altri che cominciano con: ” “Non c’è tempo, (se ancora ce n’è), ” e giù con la descrizione di strategie e teorie e obbiettivi.
Si sorvola su CHI decide queste cose.
Se si vuole l’Unione, bisogna partire da questo.

Io, in aggiunta alla massa di autorevoli e anche ammirevoli (e a volte vomitevoli) punti di vista ho le mie idee, che a loro volta possono stimolare i conati di altri.
Ma se devo discutere e decidere di questo, con chi lo faccio?
Devo riconoscere questo mio… come chiamarlo?
Simile? Socio? Confratello? Consovrano? Concittadino? Compare? Sodale? Affiliato? Compagno? Camerata? Membro?
Non importa, bisogna riconoscersi.
In che cosa ci riconosciamo?
Trovo che si possano scrivere fiumi di parole, ma io, personalmente cerco di costruire qualcosa con chi, come me, vuole avere il controllo sulla organizzazione che costruisce o contribuisce a costruire.
Poi, ci vuole un atto formale. Occorre esplicitare. Più o meno ritualmente.
“Scelgo io!” è questo esperimento.
Solo un prototipo. Un altro.
Difficile unirsi, se non si concorda su chi comanda. Anche se si avessero gli stessi obbiettivi.

 Posted by at 15:36

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