La mia risposta:
Rispetto a cosa? la tua domanda è molto generalista. Ma provo lo stesso cercando di immaginare a cosa ti riferisci. Magari ci si potrebbero scrivere (e li hanno scritti) decine e decine di libri. Nel caso specificami. Nonostante che le generalizzazioni poi abbiano sempre tutte le eccezioni del caso, ci provo.
La cosa che più mi ha stupito è il ruolo dei poeti e della poesia in Russia. Storicamente e anche adesso. Per qualche ragione in Russia la poesia è molto apprezzata. C’è stato un tempo in cui i poeti avevano una tale influenza sulla società che il loro ruolo politico era tenuto in molta considerazione. Negativa e positiva a seconda delle posizioni, spesso appiccicate loro indebitamente, ma anche no.
Esenin e Majakovskij erano visti e trattati dalla gente come oggi diremmo sono trattate le rock star. Ma tutt’ora questo ruolo particolare è in qualche modo presente. Ho avuto modo di verificare l’incredibile numero e la capillarità di iniziative di discussione, lettura, esposizione, intorno alla poesia e confronti di poeti con la partecipazione di gente comune che solo amano e praticano la poesia.
Il motivo di questo io credo sia collegato a un’altra caratteristica altrettanto presente, che è il pragmatismo dominante la loro visione del mondo . Le due cose sono in contrasto.
La poesia aiuta l’operazione di “estroversione”, protetti dalla forma poetica.
In un mio testo su Esenin scrivevo che la poesia ‘salva’ la psiche russa, proprio per questo; come tutti gli ‘introversi’ emotivi, se esprimono, lo fanno quando “sentono molto” e talvolta sono sopra le righe. La poesia è il contesto formale ‘protettivo’ attraverso cui la pressione interiore dei sentimenti può esprimersi e quindi si raggiunga equilibrio.
Sempre con le dovute limitazioni delle affermazioni generali, tendono a essere molto attenti a quello che dicono, e la parola data è come una pietra. Non rispettare un patto è una cosa che reputano oltremodo riprovevole. A volte devo stare attento a dire cose come: beh, allora domani ti chiamo, perchè poi magari dopo 10 giorni mi viene detto, ma non hai chiamato poi quel giorno! Quanto sopra, unito a una certa ritrosia (e qualche volta direi proprio difficoltà) ad esprimere i sentimenti e le emozioni profonde rende l’espressione poetica una via di uscita accettata e cercata.
Naturalmente ci sono in corso processi di trasformazione anche profondi, ma ancora in Russia io ho sentito una importanza di valori che in Italia e nel resto dell’occidente sono ormai quasi obsoleti, cascami, residuati da cancellare. La famiglia, la virilità e la femminilità, l’amore per la patria, il senso dell’onore. Una cosa che non ho visto è proprio la “spocchia” l’idea di essere superiori. Non rinuncerebbero a un granello del loro modo di essere nemmeno se per qualche cosa si dovessero sentire “mancanti”, se questo dovesse significare rinunciare a se stessi.
Un’altra cosa che mi ha colpito è l’amore per l’Italia… li possino.
Magari hanno una visione romantica e un pò obsoleta, ma noi italiani siamo (almeno fino a ieri) visti come forse vittime della nostra stessa umanità, ma amati, e le cose, la musica, la cultura in generale.
Mi fermo.
Tutto questo al netto del fatto che io non “conosco” la russia. Chi potrebbe? Enorme com’è.
Al netto del fatto che Mosca è diversa dal resto della Russia per la occidentalizzazione (che io veramente ho percepito come estranea, ma tuttavia inevitabilmente presente).
Al netto del fatto che ogni governo ha sempre i suoi oppositori (più o meno fomentati non importa).
Ho visto alcune città e villaggi dell’esti e del sud est. Io “conosco” la regione di Ryazan vicina a quella di Mosca. Storica città russa, che nella sua storia si è anche scontrata con Mosca e per lungo tempo con i Mongol-Tatar, oggi anche loro russissimi . A occhio mi pare piuttosto rappresentativa della media russa (se esiste una cosa simile), perchè raccoglie popolazioni anche molto diverse tra loro, ma, stranamente con qualcosa di unificante. Non ho capito bene cosa sia. Forse proprio l’avere come popoli distinti, imparato ciascuno a difendere la propria terra, come fosse per noi la madre o i figli. Per altro le loro organizzazioni politiche e di governo non hanno esitato a cercare il dominio su altri territori. Ma questo non è proprio dei “russi” in quanto tali, è proprio di tutte le forme organizzative umane che sono gerarchiche (praticamente finora tutte).
Il fatto che poi abbiano imparato a riconoscersi come fratelli non ha cancellato le loro identità. Su questo dovremmo imparare da loro.
Mar 032022