di Aleksej Fošin (Алексей Фошин )
traduzione di Giuseppe Strano (31/05/2020)
Ho conosciuto Aleksej in occasione di uno spettacolo celebrativo della nascita di Vysostki. Confesso che lui è stato il solo che mi sembrava cantare degnamente le sue canzoni, senza avere come troppo evidente prima motivazione quella di mostrare se stesso, ma solo quella di cantare e con una sua interpretazione e così ricordare degnamente il grande Vladimir. Aleksei fu molto gentile con me, accettando di scambiare due chiacchere e anzi mi regalò un suo libretto di poesie (Мой часовщик – Il mio orologiaio).
Aleksej Fošin è un vero bardo. Poeta e musicista, anche lui uno dei figli della regione di Ryazan, che sembra generosa produttrice di poeti. Da quel libretto ho estratto alcune poesie che voglio tradurre, la prima delle quali è questa.
ISTANZA PER LA NEVE
Piove e ripiove, che quasi io non credo,
Che il freddo poi verrà, ma ieri mi han soffiato:
L’istanza per la neve, è sotto un panno lenci
Lì, nella cancelleria celeste, un poco burocratica.
Nel mucchio bagnato di tetti e corti senza rumore
Io e te non troviamo il suo sguardo di bontà.
Da qualche parte lui ha una istanza per l’ amore,
avanzata da noi così tanti anni fa.
Due braccia, due gambe e una testa bacata,
trascinano il corpo per la vita, qua e là.
Certo ho dimenticato e, certo, non l’ho presentata,
Come devono tutti, l’istanza per la felicità.
Ora le nubi corrono, e scodinzolano per me,
Do al cielo uno sguardo solo, sospirando mentre van via.
C’è l’istanza per un sogno, scribacchiata su un foglio,
Disperso tra i documenti sopra una scrivania.
Ed ecco la versione originale.
ЗАЯВЛЕНИЕ НА СНЕГ
Все дожди да дожди, даже верится с трудом,
Что наступят холода, но шепнули мне вчера:
Заявление на снег положил под сукно
Там, в небесной канцелярии, какой-то бюрократ.
В мокром месиве крыш и молчании дворов
Нас с тобой не находит его скользящий взгляд.
У него где-то есть заявленье на любовь,
Что от нас получил много лет тому назад.
Две руки, две ноги и дурная голова,
Носят тело по жизни, роняя там и тут.
Я наверно забыл и, наверно, не подал,
Как положено всем, заявленье на мечту.
Вот бегут облака, и виляют мне хвостом,
Я на небо взгляну лишь, вздохнув им во след.
С заявленьем на счастье исписанный листок
Затерялся в бумагах на письменном столе.
Parole che odorano di regime , di cieli nubi e neve e certo di poesia.
Una lirica spirituale in versione burocratica.
Tra la scrivania e il cielo.
Bella.
Sì, molte poesie di Aleksej sono così. Con un linguaggio normale, sospeso tra la quotidianità della vita che a volte ingrigisce le nostre esistenze e la visione universale e spirituale di questa “banalità” dei gesti e a volte anche dei sentimenti, che come il letto di un fiume contiene lo scorrere della vita. Il cui significato alla fine sfugge sempre.