La mia piccola esperienza di traduzioni, mi porta a dire che tradurre il testo di una canzone pone, ovviamente, problemi leggermente diversi da quelli di un testo.
Come altri hanno detto molto meglio di me, è praticamente impossibile il risultato utopico di rispettare totalmente la ritmica, gli accenti, i significati e tutto quello che fa di una poesia “quella” poesia, traducendo in un altra lingua; quindi occorre fare spesso delle scelte, tra quali dei diversi fattori è meglio o più giusto privilegiare.
Nella traduzione di una canzone la musica, introduce un ulteriore classe di fattori di cui dover tenere conto quando si traduce e si adatta il testo alla nuova lingua. Anzi la musica diventa il fattore da cui non si può prescindere.
La linea melodica del canto, l’armonia dell’accompagnamento, ritmica, tempi, in parte anche la tonalità introducono quindi ulteriori e stringenti vincoli da rispettare.
Teoricamente l’adattamento di un testo alla musica potrebbe anche prescindere dal testo originale, purchè l’andamento musicale sia riconoscibile e correttamente eseguibile. In questo ci sarebbe la massima libertà da parte dell’autore. E questa è spesso la strada scelta da molti, specialmente quando la musica è così chiara e definita e riconoscibile e non c’è un essenziale bisogno di una adesione forte al testo originale. Spesso è sufficiente un riferimento a qualche termine o espressione chiave.
In questo caso il valore di una traduzione, ma sarebbe meglio dire dell’adattamento, o proprio della versione nuova, dipende poi in sè dalle sue caratteristiche intrinseche, dalla appropriatezza e consistenza con la musica originale ed è poi in definitiva questione di gusti e sensibilità.
Ma nel caso della traduzione di autore, e di un autore come Vysotzkij, il testo è molto importante. Tanto quanto (e secondo me a volte anche più) della musica.
Questo tipo di cantante-poeta-narratore in russia lo chiamano giustamente “bardo”.
Ci sono anche manifestazioni musicali specificatamente dedicate a questo tipo di poetica musicale.
La produzione di Vytsotzkij è molto florida. Sono citate più di 600 canzoni. Ma le canzoni d’amore, sono piuttosto rare. Intendo di amore tra un uomo e una donna, nel senso classico. Perchè per la verità, per come sento io Vysotzkij, tutte le canzoni che ho sentito da lui, sono in qualche modo di amore: amore per la vita, per le esperienze semplici e qer quelle complicate, quelle vicine o lontane dalla morte, amore per i sentimenti, per l’amicizia, e una sostanziale compassione/rabbia per la condizione umana. Comunque lui è un osservatore e un affabulatore e molte sue canzoni mi sembra siano proprio il frutto del suo desiderio di raccontare, dal suo punto di vista.
Così la mia traduzione è il risultato di molte componenti, compreso il mio personale significato che ho sempre dato a questa canzone. Qualcosa che ha a che fare con le mia esperienza di vita. In un certo senso, infatti, io ho sperato e convinto la mia compagna a lasciare le sue radici e venire con me nella casa con balcone sul mare. E la mia casa, non è un castello, ma ha veramente un balcone sul mare.
Ci sono poi molti significati e risonanze con l’idea del bosco come metafora di una situazione dell’Io che costruisce un suo mondo, anche alieno dalla realtà, per sopravvivere o anche solo per fuggire a qualcosa o a qualche sofferenza.
Di questo scelgo di non parlare. Ma in certi momenti, forte, ho sentito l’effetto dei “neri maghi” che avevano trasformato il bosco in una foresta incantata; l’unico luogo dove la “bella” poteva vivere, e che come una ninfa dei boschi non puoi strappare al suo mondo senza rischiare di ucciderla. Nemmeno per amore. Così come dice la canzone, bisogna stare lì, ai margini, e aspettare che lei arrivi.
Ho anche preso qualche libertà in più sulla traduzione degli ultimi due versi, il cui significato nell’originale più o meno suona così: “Mi auguro che tu vorrai accettare di vivere il paradiso in una capanna, se il castello è stato già occupato da qualcun altro”.
A me questo finale suona un poco strano, visto che prima si era dichiarato pronto a tutto pur di dare a lei un luogo adeguato dove le può essere possibile e bello vivere. Una specie di riduzione della propria responsabilità (“che ci vuoi fare, se qualcuno ha già preso quel posto…”) e mi chiedo perchè allora una capanna dovrebbe essere un paradiso. Per questo invece io ho cambiato il testo pur mantenendo il senso ed esplicitato, senza velarlo, il senso del proprio eventuale fallimento, mostrando il valore comunque della propria offerta, che è una offerta di un mondo di amore e non solo di qualcosa di attraente o per cui vale fisicamente la pena lasciare la foresta incantata per un castello con flauti e l’orizzonte del mare.
Ci ho pensato molto prima di decidere questo finale, ma alla fine, credo sia stata una scelta armonica con il senso e con la sostanza della canzone. E la piena approvazione della mia “fata”, che mi ha fatto conoscere e che ama Vysotzkij, ha pacificato i miei dubbi.